Abominio: Gesù entra nella sinagoga di sabato, guarisce un uomo di sabato, provoca i sacerdoti. Abominio o testimone della promessa d’amore eterno di Dio? Con questo fare rivoluzionario Gesù vuole dire basta a una legge che viene prima delle persone. Basta vivere di perbenismo senza amore, di ripiegamenti su se stessi senza vita, di catene che minacciano il nostro bisogno di senso!
Basta ai masochismi, spacciati per buone prassi religiose ma che non sono altro che legalismi inutili e soprattutto mortiferi! Perché continuare a farsi del male rinunciando al dono della vita che il Padre vuole fare ai suoi figli? Perché rifugiarci nell’autosufficienza e nelle apparenze, digiunando d’amore e di relazioni che il Padre ha stabilito come cibo eterno per noi?
La domanda di Gesù su cosa sia lecito fare ci provoca e ci spiazza, perché mette il dito nelle nostre piaghe per poter, al contrario, farci mettere il piede sull’acceleratore della vita. «Alzati e mettiti in mezzo» dice al pover uomo con la mano inaridita. Gesù mette sul piedistallo il malato, l’emarginato, l’escluso e gli propone la novità: vita, così che proprio questo escluso possa diventare collaboratore di giustizia e fare cose grandi per gli altri. Guarda poi con indignazione quanti hanno anteposto al fratello malato la legge intoccabile e da attori sul campo si sono ridotti a passivi spettatori.
La legge è per l’uomo, non l’uomo per la legge; sant’Ignazio direbbe che ogni cosa è stata creata da Dio per aiutare l’uomo a conseguire il fine per cui egli stesso è stato creato. Dunque il fine della legge è la libertà, non la schiavitù. A noi la scelta su quali uomini e donne vogliamo essere, se dei viventi che si spendono con gioia per la vita e cercano di costruire una fraternità cristiana o dei morenti che si adeguano passivamente al sistema. La proposta di Gesù è la vita.
Ilaria De Lillo
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato