Fonte: il sito di Robert Cheaib oppure il libretto “Parola e Preghiera“.
Docente di Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana e l’Università Cattolica del Sacro Cuore.
Perché Gesù invita l’uomo con la mano inaridita a mettersi in mezzo? Non poteva guarirlo in segreto e risparmiarsi la decisione di farisei ed erodiani di ucciderlo? Gesù mette quell’uomo in mezzo alla sinagoga perché ognuno dei presenti si vedesse in lui. Affinché ognuno vedesse nella mano inaridita il suo cuore inaridito.
La mano è un organo di relazione e di efficacia. Stendiamo la mano per aiutare. Stringiamo la mano di un altro per fare pace, amicizia, per entrare in contatto. Alziamo le mani in preghiera. Gestiamo la creazione con le mani per esternare il dono che Dio ci ha dato: quello di essere cocreatori. Allora «la mano inaridita» costituisce simbolicamente un attentato alla nostra umanità, alla nostra relazionalità, alla nostra spiritualità.
Quell’uomo in mezzo non sta solo in sinagoga, può stare in chiesa, può stare a casa, può stare nei miei panni. Ed è lì, perché io sono lì. E Cristo è disposto a morire, anzi, Cristo è morto (ed è risorto), affinché tu ed io possiamo avere la grazia di guarire non solo nella nostra mano, ma in tutto il nostro essere.