1° Lettura
– I protagonisti della lettura
sono: Dio e Samuele.
Dio chiama Samuele ancora ragazzo
a guidare un giorno il suo popolo;
deve prepararsi fin da giovane a questa missione.
Siamo intorno al 1100 a.C.
e sono tempi di grandi sconvolgimenti sociali,
politici e religiosi;
le tribù ebraiche sono entrate da poco
nella terra di Canaan,
ne stanno prendendo possesso lentamente
ma erano divise,
non hanno punti sicuri di riferimento;
ognuna si regolava come meglio credeva.
Una notte
mentre Samuele riposa nella sua stanza
nel tempio di Silo,
a servizio del Sommo Sacerdote Eli,
udì una voce;
ma ne ignora la provenienza:
non sta dormendo
e non è una visione,
probabilmente è una chiamata interiore
resa plasticamente in questo pagina
come reale e concreta:
Dio lo sta chiamando.
Samuele è convinto che sia il sacerdote Eli,
corre da lui.
In realtà è Dio che gli sta parlando.
Nonostante Samuele vivesse nel tempio
e pregasse, recitasse i Salmi,
vivesse accanto a Dio…
“non aveva ancora conosciuto Dio”
Dio gli è estraneo.
(Come può capitare a tanti cristiani
che frequentano,
ma non sanno nulla di Dio, di Gesù Cristo
o del suo messaggio).
– Dio lo chiama per nome:
segno che lo conosce bene,
gli affida una missione:
quando sarà grande
dovrà guidare il popolo Israele,
dare compattezza e scopo alla sua gente;
lui sarà sacerdote, profeta e condottiero…
Samuele risponderà con fedeltà
alla chiamata del Signore…
sarà uno dei grandi personaggi
della storia del popolo ebreo,
accanto ad Abramo, Isacco, Giacobbe,
Mosè, Giosuè… poi Davide, Elia,
Isaia, il Battista…
VANGELO
– La pagina che abbiamo letto
accenna a “due discepoli” che stavano
con il Battista
e diventeranno testimoni
di quanto sentono e vedono:
uno è Andrea (fratello di Pietro),
l’altro è Giovanni evangelista
(fratello di Giacomo)
che poi scriverà queste cose.
Siamo verso l’anno 27-28 d.C.
Giovanni il Battezzatore
(da non confondere con Giovanni l’Evangelista)
vive sulle rive del Giordano
e annuncia che il tempo del Messia
è vicino, forse già presente,
ed è necessario prepararsi:
“cambiare vita”.
Cosa significa: “cambiare vita”?
rivedere la maniera di vivere la religione,
non bastano le pratiche tradizionali, i riti,
ma è necessario il cambiamento del cuore:
più giustizia e onestà (per le autorità)
più rispetto verso le persone (per i soldati)
più carità… (per tutti)
(sarà l’annuncio delle prossime domeniche)
– Tra quanti vanno ogni giorno
o di tanto in tanto ad ascoltare il Battista
oltre a Giovanni (il futuro evangelista) e Andrea,
ci sono sacerdoti, farisei, soldati, autorità
e molta altra gente…. tra questi c’è anche Gesù…
Il Battista è un personaggio che attira e scuote
il suo uditorio… e non è sempre accomodante…
Un giorno
si fa avanti in mezzo a tutti Gesù;
e il Battista, probabilmente ispirato da Dio,
dice forte: “Ecco l’Agnello di Dio”
L’agnello è in riferimento alla Pasqua:
l’agnello era l’animale che veniva sacrificato
per ricordare le grandi imprese operate da Dio
a favore del suo popolo,
quando l’aveva liberato dalla schiavitù d’Egitto.
Ora c’è un altro Agnello
che sarà sacrificato
per un’altra liberazione.
Nessuno naturalmente capisce il Battista
e neppure il Battista si rende conto bene
delle parole che sta dicendo:
è un profeta e come ogni altro profeta,
le loro parole saranno comprensibili
solo dopo che Gesù
avrà vissuto e realizzato la profezia:
sarà per esempio veramente immolato
come un agnello sulla croce.
– Le parole del Battista
colpiscono in particolare
due giovani presenti Giovanni e Andrea
(avranno avuto 18-20 anni)
che lasciano il Battista
e seguono Gesù
fino a casa sua,
rimanendo con Lui tutto quel giorno.
Ne restano talmente conquistati
che tornati a casa a loro volta
riferiscono ai loro rispettivi fratelli,
Pietro e Giacomo,
la straordinaria esperienza
che avevano vissuto quel giorno.
E da quel momento
non lasceranno più Gesù.
Teniamo presente che i 4 amici
Giovanni, Giacomo, Pietro e Andrea
erano soci in affari:
avevano una società di pesca
con due barconi e alcuni ragazzi aiutanti.
Una volta che hanno conosciuto Gesù,
lasciano tutto: barca, lavoro, famiglia, genitori…
avevano scoperto qualcosa di più interessante
del lavoro e della famiglia:
cioè Gesù…
e saranno i suoi primi amici intimi
e i primi discepoli.
N.B.
Simone verrà chiamato “Pietra”
da Gesù
non perché sarà la pietra fondamentale
su cui edifica la sua Chiesa,
la “Pietra fondamentale” è sempre e solo Gesù;
ma perché la fede e la generosità
di Pietro sono come le pietre, i mattoni, i sassi
con cui Gesù costruirà la sua Chiesa.
Gesù per edificare la Chiesa come comunità
di cui Lui stesso è appunto la Roccia
su cui si costruisce,
ha bisogno di tanti mattoni
(che possiamo essere ciascuno di noi)
questi mattoni sono simbolo
di fede, di generosità, di bontà,
di coraggio, di umiltà…
Attualizzazione:
Importanza e spazio che dà Gesù
ai rapporti con le persone:
Apostoli – amici
donne (samaritana, emoroissa…)
bambini
emarginati (es. lebbrosi)
pagani…
poveracci (pastori e pescatori)
Gesù passa la notte a parlare con Nicodemo
noi non abbiamo mai tempo per nessuno….
neppure per i nostri famigliari: figli o moglie…
Commento a cura di don Franco Scarmoncin – Diocesi di Padova