Commento a cura di don Fulvio Capitani
Parroco di San Jacopo in Polverosa (Firenze)
Assistente della Sottozezione Unitalsi di Firenze Centro
Assistente Ecclesiatico Comunità Toscana Foulards Blancs
Quello sguardo d’amore che racchiude i nostri slanci e la nostra fragilità
Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa».
Ancora risuonano le parole del Padre: «Tu sei il Figlio mio, l’amato…» e ora Gesù dice al suo discepolo: «Tu sei…», vi è uno sguardo di amore che genera queste parole, come per il Padre nei suoi confronti. Come l’identità di Gesù viene dal Padre, così la nostra proviene da Gesù che entra in relazione con noi.
Una relazione che è prima di ogni nostra azione o parola, nasce come un dono gratuito d’amore: un amore che racchiude tutta intera la nostra storia e la nostra persona con i nostri slanci e le nostre fragilità. Gesù accoglie e ama Simone e noi così come siamo, ma dà una direzione e un destino che ci trasforma.
A volte ci perderemo e saremo tentati di andare da tutta un’altra parte: ma sarà di nuovo lo sguardo di Gesù (quello che poserà su Pietro, la notte del suo processo, dopo che lui l’aveva rinnegato) e la sua Parola che ci faranno ritrovare la nostra identità con cui ripartire.