Commento al Vangelo del 10 Gennaio 2021 – don Giovanni Berti (don Gioba)

Indagine battesimale

Quelli della mia generazione non possono non ricordare il tenente Colombo. Era il protagonista dell’omonima serie televisiva poliziesca tra anni 70 e 80, interpretato in modo unico dall’attore americano Peter Falk. La particolarità di ogni episodio della serie era che il colpevole del delitto gli spettatori lo conoscevano fin dall’inizio, e il bello era vedere come il tenente Colombo pian piano riusciva a smascherarlo, svelando gli elementi di colpevolezza che anche a noi spettatori erano all’inizio sfuggiti, anche se erano magari sotto gli occhi fin da subito. E il tenente Colombo con la sua apparente goffaggine in realtà era un attento scrutatore e indagatore, capace di fare le domande giuste al momento giusto.

Ho pensato al tenente Colombo e a questo modo così originale di raccontare storie poliziesche che partono dalla fine, cioè sapendo fin da subito chi è il colpevole, perché in fondo è questo il modo di raccontare la storia di Gesù.

Nel vangelo che leggiamo questa domenica, che liturgicamente chiude il tempo di Natale, siamo ancora all’inizio del libro di Marco. Gesù appare per la prima volta qui, al capitolo primo, in tutta la sua piena umanità. Anche gli altri evangelisti Luca e Matteo, e a modo suo anche Giovanni, ci hanno detto che Gesù è vero uomo, nato bambino come tutti gli altri, in mezzo agli altri. Anche qui Gesù non si sottrae dall’apparire vero uomo, perché non “volteggia” come un angelo sopra gli uomini e donne che sono in fila al fiume Giordano per confessare i propri peccati, ma anche lui si immerge in quelle acque con tutti gli altri, come tutti gli altri. Anche se farà grandi segni di guarigione e avrà parole che raduneranno folle intere, alla fine lui è di carne e sangue come tutti, essere umano segnato dalla fragilità e dal limite, e sulla croce al termine del vangelo morirà davvero. Ma dentro questo uomo c’è tutto Dio fin da subito, ed è questa la cosa straordinaria. Dentro la carne e la vita umana di Gesù si rivela la presenza del Figlio di Dio, Dio Amore.

Marco racconta in modo molto stringato il battesimo di Gesù, rito penitenziale che lui compie come tutti davanti a Giovanni Battista. Viene dato risalto invece allo stranissimo e incredibile intervento di Dio stesso che con una voce che apre i cieli rivela chi è quell’uomo venuto da una piccola cittadina del nord, Nazareth.

Quell’uomo è “Figlio di Dio, amato da Dio e nel quale l’Onnipotente trova tutta la sua felicità”. Come segno lo Spirito di Dio, il suo Soffio vitale, il suo amore, si posa su di lui.
Da come Marco scrive, sembra che questa voce dal cielo e questo Spirito li sperimenti solo Gesù, e coloro che poi leggeranno il racconto. Quindi noi fin da subito sappiamo chi è Gesù, ma chi lo ha conosciuto storicamente lo ha scoperto piano piano, e non per magia o per imposizione. Lo ha conosciuto stando con lui ogni giorno come discepolo.

Per scoprire che la pienezza di Dio e che tutto il volere di Dio erano in quell’uomo, nei suoi gesti e nelle sue parole, ci sono voluti davvero anni, e alla fine non tutti lo hanno capito, anzi molti dopo un breve entusiasmo e una conoscenza superficiale lo hanno abbandonato al suo destino.

Che Gesù è “Figlio di Dio” lo sentiremo sotto la croce non dalla voce di Dio, ma dalla bocca di un centurione che vedendo quell’uomo morire in quel modo capisce chi è veramente. Dal dono di sé per amore Dio si rivela nel corpo morente di Gesù di Nazareth
Anche noi leggendo il Vangelo, piano piano, pur sapendo già la vera identità di Gesù, come nelle storie del tenente Colombo, siamo chiamati ad indagare dentro le parole e i gesti di Gesù. E come le indagini del tenente della serie televisiva, anche noi non possiamo fermarci alla superficie ma dobbiamo con pazienza e curiosità ricercare come Gesù mostra la sua vera natura, e alla fine anche la nostra.

Facendo questa indagine su Gesù arriviamo a scoprire anche la nostra vera identità, quella che ci è stata consegnata nel momento in cui siamo venuti alla vita e quando siamo stati battezzati. Anche noi siamo figli amati da Dio, anche noi abbiamo lo Spirito di Dio che sceglie di posarsi dentro di noi. Tutto questo ci viene detto nel momento nel Battesimo, anche se non siamo in grado di capirlo non solo perché troppo piccoli (se lo abbiamo ricevuto da bambini) ma soprattutto perché non possiamo capirlo se non lo viviamo ogni giorno.

Tutta la vita cristiana dal Battesimo in poi è questa indagine per scoprire dentro di me la presenza di Dio, la sua scelta che Dio fa di me dentro la mia umanità, fragile e limitata, ma profondamente amata. Questo è vivere il Battesimo: scegliere Dio ogni giorno e scoprire con Gesù la mia vera identità, cioè che sono stato prima di tutto io ad esser stato scelto e amato da Lui.

Io non me lo ricordo il mio Battesimo, ma l’ho rivissuto pian piano cercando dentro il Vangelo quello che mi è già stato dato totalmente da subito, per scoprire nel corso della mia vita che sono davvero amato da Dio. E l’indagine per quanto mi riguarda non è ancora finita…


Fonte: il blog di don Giovanni Berti (“in arte don Gioba”)

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