“ Il loro cuore era indurito “.
L’ultimo versetto del testo spiega tutto il resto del brano.
Avere un cuore indurito, fatto di pietra e non di carne, equivale a….essere morti.
Un cuore di carne pulsa, è vivo, ama la vita, agisce, si muove.
Un cuore indurito, chiuso dentro una corazza abilmente costruitagli intorno con le pietre dell’egoismo, della materialità, dell’indifferenza, non riesce più a pulsare perché è soffocato.
Bisogna riconoscere che il nostro cuore è indurito.
Cio’ ci impedisce di accorgerci di Cristo che ci è sempre accanto.
I discepoli erano “ affaticati nel remare perché avevano il vento contrario “.
Una metafora bellissima in cui si rispecchia la vita di ogni uomo.
Il vento contrario, cioè le difficoltà del percorso, i lutti, i tradimenti, le incomprensioni che, quotidianamente, attraversiamo, procurano “ fatica nel remare “, cioè rendono difficile il percorso della nostra vita, fino a farci scoraggiare o disperare.
E qui interviene la fede, il cambio di sguardo.
Se non si ha fede nei momenti bui, che sono sempre tanti, ci si arrende, ci si fa vincere dalle proprie paure e si cede, portando alla deriva totale la propria esistenza.
La fede, invece, ti porta ad ascoltare, mentre attraversi le tenebre, quelle parole di Gesu’: “ coraggio, sono io, non abbiate paura “.
Per poter ascoltare quelle parole devi però avere un dialogo costante con il Signore, una relazione profonda, che si costruisce solo con la preghiera.
Lo stesso Gesu’, come ci dice il brano di oggi ( “ ando’ sul monte a pregare “ ), non può esimersi dal mettersi in contatto con il Padre.
Questo, è, certamente, il più grande insegnamento che ci viene dal testo: dedica tempo alla preghiera, stai con Gesu’, frequentalo, leggi le Scritture, interiorizza la sua Parola, accostati all’eucarestia, partecipa all’adorazione.
E’ l’unico modo che hai per poter accorgerti della sua presenza anche nei momenti bui della tua esistenza nei quali percepirai distintamente la sua voce che ti dice: “ coraggio, sono io, non avere paura “.
Buona giornata e buona riflessione a tutti.
A cura di Fabrizio Morello