ADORARE
E’ il verbo centrale del testo proposto dalla liturgia odierna, tanto è vero che viene ripetuto tre volte.
Ad-orare, dal latino “ pregare “ ( orare ) verso ( ad ) “.
Significa quindi rivolgersi a Dio con preghiere; in altri termini entrare in relazione con lui.
Questo è il desiderio dei Magi: adorare il bambino, stare con lui.
Ecco un’altra parola importante: desiderio.
Anche qui l’etimologia ci aiuta.
Desiderio viene da de (“ senza “ ) + sidera ( “ stelle “ ), mancanza di stelle.
Senza stelle, senza desideri, non si può vivere o, meglio, si conduce un’esistenza da “ morti viventi “.
Si può avere successo, fama, ricchezza, ma manca sempre qualcosa.
I Magi ce lo insegnano.
Sono ricchi, sapienti, ma…..hanno desiderio, si rendono conto che a loro manca “ senso “ e, cosi’, decidono, contro ogni logica e razionalità, di inseguire una stella per colmare il loro “ desiderio “, per ridare vita ai loro giorni.
Dice il testo che, al vedere la stella, al termine del loro lungo camminare, “ provarono una gioia grandissima, si prostrarono e lo adorarono “, per poi “ offrirgli dei doni “.
Cosa dice a noi il “ percorso dei Magi “?
In primo luogo che tutto nasce dal desiderio.
Ognuno di noi, credo, fa l’esperienza del “ non senso “, ha spesso l’impressione che tutto cio’ che fa, per quanto, in alcuni casi, possa sembrare appagante, non soddisfa, fino in fondo, la sua essenza di uomo.
Percepisce un vuoto, una carenza.
Il problema non sta pertanto nel riconoscere questa mancanza, questo “ desiderio “, ma nel capire come colmarlo e, soprattutto, come impegnarsi per appagarlo.
Qui ci vuole impegno, forza, fede.
Si è infatti spesso presi dalla paura terrorizzante di osare; si finisce per lasciar tutto sul piano del lamento: “ mi manca qualcosa, sento un desiderio di bellezza “, senza, però, avere il coraggio di uscire dalla propria “ inerzia tranquillizzante ed abituale “ per andare verso la stella.
La difficoltà e la lunghezza del percorso spaventano e, spesso, si lascia stare, anestetizzando il desiderio.
Cosi’, però, ci si accorgerà, soprattutto quando gli anni iniziano ad aumentare, di aver sprecato la propria esistenza.
Vale pertanto la pena di rischiare, di colmare il desiderio, di seguire la Stella, che è Gesu’, luce del mondo, venuto a rischiarare le nostre tenebre.
Stiamo certi che chi intraprende il viaggio non sarà deluso perché, come ci insegnano i Magi, quando sarà arrivato alla stella, quando vivrà una vita permeata dalla parola di Cristo, “ proverà una gioia grandissima “, si “ prostrerà “ dinanzi al suo Signore e lo “ adorerà “, starà cioè sempre con lui perché, finalmente, il suo desiderio è stato appagato.
Buon viaggio a tutti.
A cura di Fabrizio Morello