Guardando alle esperienze religiose dellโumanitร si coglie come lโuomo abbia sempre cercato di relazionarsi al divino con le proprie forze, con riti di propiziazione e sacrifici, o addirittura pensando di poter raggiungere il mondo divino sfidandolo. La via cristiana รจ completamente diversa: essa si fonda su unโiniziativa divina, secondo la quale Dio ha deciso di avvicinarsi allโuomo, invitandolo a condividere la sua stessa vita e creando unโalleanza nuova, fatta di partecipazione alla sua stessa divinitร .
In altre parole, con il mistero dellโIncarnazione โ che la Chiesa ci invita ad approfondire in questa domenica, mediante la riproposizione del Prologo di Giovanni โ Dio si avvicina allโuomo e lโuomo si avvicina a Dio in Cristo, vero uomo e vero Dio. Lui, la Parola definitiva del Padre allโumanitร , รจ il tramite per accedere a Dio, il Pontefice e Sommo Sacerdote della Nuova Alleanza. Cristo ha reso Dio accessibile allโuomo, perchรจ รจ venuto ad abitare in mezzo a noi, a costruire la sua tenda (eskenosen), come dice il testo originale, cioรจ a porre la sua dimora stabile in mezzo a noi. La via di comunicazione tra Dio e lโuomo, interrotta dal peccato di Adamo, in Cristo viene ripristinata e portata alla sua potenza massima.
Cristo รจ la via a Dio, lโesegeta del Padre, colui che viene a rivelarci il vero volto di Dio. La prima pagina del Vangelo di Giovanni, non รจ solo unโintroduzione al suo Vangelo, ma ne rappresenta la chiave di lettura principale. Tutti i segni che Gesรน compirร nei capitoli successivi, fino al segno massimo del suo passaggio pasquale con la morte e risurrezione, sono uno sviluppo di questa dinamica di rivelazione iniziata con il mistero della sua venuta nel mondo. Guardando a Gesรน, incontrandolo e amandolo, noi siamo introdotti nella vita divina.
Di fronte al desiderio di Filippo โSignore, mostraci il Padre e ci bastaโ, Gesรน risponde: โDa tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padreโ (Gv 14, 9). Quante volte questa domanda sorge anche in noi! Il mistero del Natale viene a ricordarci proprio questo: in Gesรน trovano compimento tutte le attese e le speranze dellโuomo, perchรจ Egli รจ la pienezza della vita, della rivelazione e della conoscenza di Dio. Accostandoci a Lui, noi tutti possiamo attingere alla sorgente della grazia, perchรจ la sua presenza diventi nostra forza e nostra luce.
Avvicinarsi a Lui, lasciarsi coinvolgere dalla sua presenza e dalla pienezza della sua grazia, come ci ricorda la Lettera agli Ebrei, รจ la piรน grande delle benedizioni: โVoi invece vi siete accostati al monte Sion, alla cittร del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a migliaia di angeli, allโadunanza festosa e allโassemblea dei primogeniti i cui nomi sono scritti nei cieli, al Dio giudice di tutti e agli spiriti dei giusti resi perfetti, a Gesรน, mediatore dellโalleanza nuova, e al sangue purificatore, che รจ piรน eloquente di quello di Abeleโ (Eb 12, 22-24).
- Pubblicitร -
Come in una parafrasi luminosa di queste parole, allโinizio del suo ministero come successore di Pietro, il lontano 24 aprile 2005, papa Benedetto con un messaggio sempre attuale sullโamicizia con Cristo, ci ricordava: โSolo in questโamicizia si dischiudono realmente le grandi potenzialitร della condizione umana. Solo in questโamicizia noi sperimentiamo ciรฒ che รจ bello e ciรฒ che libera. Cosรฌ, oggi, io vorrei, con grande forza e grande convinzione, a partire dallโesperienza di una lunga vita personale, dire a voi, cari giovani: non abbiate paura di Cristo! Egli non toglie nulla, e dona tutto. Chi si dona a lui, riceve il centuplo. Sรฌ, aprite, spalancate le porte a Cristo โ e troverete la vera vita. Amenโ (Benedetto XVI, Omelia di inizio pontificato, 24 aprile 2005).