Tutti si stupiscono, Maria custodisce queste cose, meditandole nel suo cuore. Colpisce questa precisazione che Luca fa di Maria rispetto alle altre persone che stanno lì intorno.
Custodire e meditare sono due verbi fondamentali che ci aiutano a esplorare il mondo interiore di Maria, che è anche il nostro.
Custodire queste cose nel cuore: Maria fa spazio dentro di sé per accogliere ciò che sta accadendo senza avere la pretesa di capire subito tutto. Accetta di non comprendere e attiva una sorta di vigilanza. Custodire è un atteggiamento interiore, è un tenersi al riparo da giudizi, precomprensioni e aspettative. Succede anche a noi quando ad esempio guardiamo un film che ci appassiona ma ancora non abbiamo capito come va a finire e così aspettiamo il finale con il fiato sospeso. Non è che non abbiamo attese o propensioni: semplicemente siamo consapevoli che sono “solo” questo e non sono la realtà.
Maria dunque custodisce perché appassionata da quello che sta succedendo. Percepisce che quanto sta accadendo ha a che fare con lei, con la sua vita… Forse non ha ancora ben messo a fuoco la situazione, ma nello stesso tempo sa che quanto sta succedendo cambierà la sua vita… C’è un legame profondo tra la realtà che accade e me che abito la realtà. E non sempre questo legame è esplicito o chiaro, a volte lo percepiamo nella forma di una sensazione che ci chiede di fidarci.
Maria poi medita nel cuore. Anzi, custodisce meditando. Cioè Maria non è passiva rispetto all’esperienza che sta facendo. Dentro di lei sta permettendo alla nuova situazione di attivare memorie e creare connessioni con quanto ha già vissuto. Come una paziente tessitrice, Maria sta cucendo la sua storia attraverso la novità che sta attraversando. Quello che sta vivendo ora è il filo che attraversa tutta la sua vita e la unifica. La meditazione è un’operazione importante per noi esseri umani: solitamente immagazziniamo esperienze dentro di noi una dietro l’altra, come se le stessimo stoccando dentro un magazzino. La meditazione invece funziona diversamente: significa riconfigurare, rimettere ordine nelle esperienze già vissute attraverso un nuovo paradigma. Quando questo succede, ci sentiamo unificati, riconciliati, più a nostro agio con la nostra storia. Così cambia il corso della nostra vita.
Ecco perché Maria ci è madre: dischiude per noi la sua interiorità per mostrarci da vicino come lo Spirito abita i nostri processi interni e lavora perché la nostra vita possa aprirsi continuamente alla novità di quello che accade.
Flavio Emanuele Bottaro SJ
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato