Ieri la liturgia ci proponeva il passo di Giovanni che….ritrova la voce dopo essere stato muto per un certo tempo.
Puo’ adesso, dopo tanto silenzio, sciogliersi nel magnifico canto di ringraziamento, conosciuto come il “ Benedictus “.
E’ un’esplosione di gioia per il dono che il Signore ha fatto a tutti gli uomini: un Salvatore.
Questo è Gesu’.
Quando abbiamo difficoltà a definirlo, quando siamo affascinati solo dal suo “ essere uomo “ o dalla sua predicazione, non dimentichiamoci mai chi è lui: il nostro Redentore ed il nostro Salvatore.
La grave crisi di fede dei giorni nostri nasce proprio da questo fatto: gli uomini, tutti convinti di dipendere da loro stessi, pensano di non aver più bisogno di un Salvatore; per tale motivo sono lontani dalla fede, non la sentono necessaria, utile.
Da cosa mi dovrebbe salvare questo Gesu’?
Io mi salvo con le mie forze, solo se sono prepotente, forte, schiaccio gli altri.
Come può aiutarmi un tale che predica umiltà , pace, misericordia?
Questa è la sintesi estrema dell’uomo contemporaneo.
Dinanzi a tale spettacolo desolante, da cristiani possiamo solo farci portatori di luce e cercare di annunciare la luce vera, in modo tale da far comprendere, a chi ci circonda, che, da soli, non si va da nessuna parte e, soprattutto, non ci si può salvare dalla schiavitù del peccato, che porta a rinnegare la nostra immagine di figli.
Chi è quindi Cristo?
Il nostro Salvatore.
Qual è il suo potere?
“ Risplendere su quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra della morte e dirigere i loro passi sulla via della pace “.
Basterebbe leggere questi versetti finali del Vangelo di oggi per capire la forza della Salvezza che viene da Gesù: quella di farci uscire dalle tenebre del peccato e farci camminare sulle strade della pace.
Chi altri può darci ciò?
Si cerca risposta al quesito da parte dell’uomo moderno!!!
Buona giornata e buona riflessione a tutti.
A cura di Fabrizio Morello