Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 28 Dicembre 2020

Rachele piange i suoi figli

LUNEDÌ 28 DICEMBRE (Mt 2,13-18)

La profezia di Geremia, citata dall’Evangelista Matteo, è la chiave di lettura e di comprensione della strage dei bambini innocenti operata dall’empio re Erode. Il Signore per mezzo del suo profeta rivela al suo popolo che è Lui il creatore della vera speranza, perché è Lui il creatore della salvezza del suo popolo. Con Lui e per Lui nessun sangue innocente è sparso invano. Ogni sangue innocente è seme di salvezza per i molti. Quello versato dai bambini innocenti è vero sangue innocente e creatore nel mondo di salvezza, perché è stato sparso per Cristo. È vero sangue di Cristo Gesù.

«Ti ho amato di amore eterno, per questo continuo a esserti fedele. Ti edificherò di nuovo e tu sarai riedificata, vergine d’Israele. Di nuovo prenderai i tuoi tamburelli e avanzerai danzando tra gente in festa. Di nuovo pianterai vigne sulle colline di Samaria; dopo aver piantato, i piantatori raccoglieranno. Verrà il giorno in cui le sentinelle grideranno sulla montagna di Èfraim: “Su, saliamo a Sion, andiamo dal Signore, nostro Dio”. Poiché dice il Signore: Innalzate canti di gioia per Giacobbe, esultate per la prima delle nazioni, fate udire la vostra lode e dite: “Il Signore ha salvato il suo popolo, il resto d’Israele”.  Ecco, li riconduco dalla terra del settentrione e li raduno dalle estremità della terra; fra loro sono il cieco e lo zoppo, la donna incinta e la partoriente: ritorneranno qui in gran folla. Erano partiti nel pianto, io li riporterò tra le consolazioni; li ricondurrò a fiumi ricchi d’acqua per una strada dritta in cui non inciamperanno, perché io sono un padre per Israele, Èfraim è il mio primogenito».

Ascoltate, genti, la parola del Signore, annunciatela alle isole più lontane e dite: «Chi ha disperso Israele lo raduna e lo custodisce come un pastore il suo gregge». Perché il Signore ha riscattato Giacobbe, lo ha liberato dalle mani di uno più forte di lui. Verranno e canteranno inni sull’altura di Sion, andranno insieme verso i beni del Signore, verso il grano, il vino e l’olio, i piccoli del gregge e del bestiame. Saranno come un giardino irrigato, non languiranno più. La vergine allora gioirà danzando e insieme i giovani e i vecchi. «Cambierò il loro lutto in gioia, li consolerò e li renderò felici, senza afflizioni. Nutrirò i sacerdoti di carni prelibate e il mio popolo sarà saziato dei miei beni». Oracolo del Signore. Così dice il Signore: «Una voce si ode a Rama, un lamento e un pianto amaro: Rachele piange i suoi figli, e non vuole essere consolata per i suoi figli, perché non sono più». Dice il Signore: «Trattieni il tuo pianto, i tuoi occhi dalle lacrime, perché c’è un compenso alle tue fatiche – oracolo del Signore –: essi torneranno dal paese nemico. C’è una speranza per la tua discendenza – oracolo del Signore –: i tuoi figli ritorneranno nella loro terra (Ger 31,1-17). C’è un compenso per questo sangue innocente. Il compenso è la salvezza di molti, perché vero sangue di Cristo Signore. Chi aggiunge sangue al sangue di Cristo porta la salvezza nel mondo.

Essi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo». Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Dall’Egitto ho chiamato mio figlio. Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi. Allora si compì ciò che era stato detto per mezzo del profeta Geremia: Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande: Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più.

Dinanzi ad ogni dolore, ogni sofferenza, ogni strage di innocenti, ogni morte ingiusta, o ci lasciamo illuminare dalle parole della rivelazione, oppure il dolore consumerà la nostra vita, ma senza portare alcun frutto di salvezza. Ecco perché tutto deve essere vissuto dalla fede, nella fede che diviene sempre più vera in noi. Oggi mancando la fede nei cuori di molti, ci si priva della stessa vita ritenendo il dolore inutile sofferenza.

Madre della Redenzione, Angeli, Santi, liberate i cristiani da tanta stoltezza e cecità.

 

Fonte@MonsDiBruno

Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.

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