Medita
«Come potrò mai conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanti negli anni». Zaccaria di fronte all’annuncio dell’angelo risponde con una perplessità che condivideremmo tutti. Seppure, infatti, abbia al suo cospetto un inviato del Signore, egli muove da una considerazione genuinamente umana. “Sono vecchio, anche mia moglie lo è, come è possibile che questo accada?”. Chi di noi non avrebbe pensato alla impossibilità della situazione, preso alla sprovvista e spaventato?
Dopotutto la realtà è il nostro riferimento più immediato ed essere concreti è quel che ci viene insegnato come sinonimo di sensatezza. Quante volte al giorno ci capita di dire “Come posso riuscirci? È impossibile”. È qui la differenza tra il ragionamento dell’uomo e la creatività di Dio. Il Signore è in grado di sovvertire le logiche umane che guidano la nostra vita e di stravolgerle alla luce della grazia. Il silenzio che avvolge Zaccaria è quello dell’incredulità che si converte, è il tempo che viene lasciato al cuore per credere ciò che umanamente è impensabile. Al cambiare del suo sguardo, infatti, il “nodo si scioglie” e Zaccaria torna a parlare per lodare il Signore. È la paura a zittirci, lo sguardo incredulo a toglierci speranza; di fronte al Signore invece fidarsi è la chiave, consegnarsi a Lui l’esperienza di una vita completamente rinnovata.
Per riflettere
Facciamo esperienza di incredulità? Quanto ci fidiamo del Signore e quanto invece ripetiamo stancamente alcuni gesti? Guardiamo al nostro cuore e cerchiamo di convertirci ad uno sguardo nuovo.
Preghiera finale
Signore, se la porta del mio cuore
dovesse restare chiusa un giorno,
abbattila ed entra,
non andare via.
Se le corde del mio cuore
non dovessero cantare
il tuo nome un giorno,
ti prego aspetta,
non andare via.
(Rabindranath Tagore)
AUTORE: Consiglio Diocesano di Azione Cattolica di Pisa, Beatrice Granaroli
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi