E’ importante, per capirne il significato, collocare esattamente il testo odierno all’interno del Vangelo di Matteo.
I discepoli che parlano sono Pietro, Giacomo e Giovanni, che hanno appena assistito alla Trasfigurazione di Gesu’ e stanno, pertanto, “ scendendo dal monte “.
Hanno sentito chiaramente la voce di Dio che li invita ad ascoltare suo Figlio e, quindi, memori dell’insegnamento, si fanno questa domanda: “ prima della tua venuta, non doveva tornare Elia, cosi’ come insegnano gli scribi? “.
Ed ecco la grande risposta di Gesu?: “ Elia è già venuto e non lo hanno riconosciuto “.
Il Maestro fa quindi aprire loro gli occhi e, subito, capiscono che l’Elia che è venuto è Giovanni il Battista.
La frase che risuona forte è: “ è venuto e non lo hanno riconosciuto “.
In questo periodo di Avvento è ancora più esplosiva: “ è venuto e continua a venire Cristo, che è più di Elia e di Giovanni il Battista, e noi non lo abbiamo riconosciuto e continuiamo a non riconoscerlo “.
Questo è il nostro problema.
Presi dalla quotidianità, dalle nostre preoccupazioni, dalla fretta, non ci accorgiamo di Gesu’ che ci passa accanto, che, senza scomodare persone lontane, è nostra moglie che ci chiede un attenzione, nostro figlio che ci chiede più tempo da dedicare a lui, un mendicante che incontriamo ogni giorno sul nostro percorso che aspetta un sorriso prima ancora che una moneta, una nonna che attende con trepidazione una nostra visita per rompere la sua solitudine.
E’ tempo propizio l’Avvento.
Impariamo a riconoscere Cristo che viene, che è in mezzo a noi nei luoghi e nelle persone della nostra quotidianità.
Buona giornata e buona riflessione a tutti.
A cura di Fabrizio Morello