Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 9 Dicembre 2020 – Mt 11, 28-30

Siamo amati. Sono amato. A prescindere. La storia dell’umanità, a saperle leggere, a volerla vedere, è una straordinaria epifania d’amore. Un amore che proviene da Dio e a lui conduce.

Un Dio amorevole che ci ha creati liberi, che ci osserva come fa un padre/madre mentre vede il proprio figlio muovere, tentennando, i primi passi. Discreto, celato, Dio ci ha donato tutte le possibilità per crescere, per fiorire, per amare.

E vede, osserva. Il Dio svelato dalla Scrittura non è distratto, insofferente, sbadato; conosce, sa, interviene con discrezione. Gesù vede la nostra stanchezza esistenziale, vede quanto ci è difficile vivere, vede quanta sofferenza, inutile al più, incontriamo sulla nostra strada.

E ci viene incontro offrendoci un modo di affrontare le giornate: imitare lui, prendere su di noi il lieve giogo dell’amare. Amare perché ci scopriamo amati. Amare perché ne siamo capaci. In Lui.

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