E l’angelo divenne uno di casa
Rallegrati, Maria. In molte case, tutti i giorni, tutti i minuti l’annuncio dell’arrivo di un bambino consola famiglie, rischiara notti di intere comunità, porta la gioia sulla terra. E continua quel dialogo tra gli angeli e le donne. Le donne, soprattutto le giovani donne, hanno una speciale amicizia con gli angeli. Il primo angelo della Bibbia viene inviato da Dio per consolare un’altra giovane donna, Agar, fuggiasca nel deserto con suo glio Ismaele.
Esiste una confidenza unica tra le donne e gli angeli. Li conoscono, li riconoscono, sono raggiunte e consolate da essi in quei dolori segreti e indicibili che solo le donne conoscono. Maria è incontrata da Gabriele nella sua casa di Nazaret. Un incontro domestico. L’incontro più importante tra cielo e terra avviene in una umile stanza di casa.
Non accadde nel tempio, non in un luogo sacro, ma nel più ordinario dei luoghi: in una casa. Il divino irrompe tra tavoli, sedie, scodelle, panni da lavare. Se dovessimo cercare una sola immagine nei Vangeli per dire la laicità dell’umanesimo biblico non ne troveremmo una migliore dell’annunciazione. E il Verbo pose la sua dimora in una stanza di casa, accanto alla bottega di un falegname. Il primo odore che accolse Gabriele sulla terra fu l’odore del legno spellato da Giuseppe e l’orzo cucinato da Maria.
Non fu l’odore dell’incenso e degli oli dei sacrifici del tempio. Come Davide, chiamato mentre pascolava il gregge, come gli apostoli, chiamati mentre riassestavano le reti. Non c’è al mondo luogo più spirituale e adatto per le chiamate di Dio di una barca, di un campo, di una stanza di casa. È bello immaginare Maria con in mano un panno o una stoviglia, che magari avrà fatto cadere a terra per lo stupore e per la meraviglia.
IL TURBAMENTO DI MARIA. [… continua al leggere il commento su Famiglia Cristiana …]