Giovanni Battista – II Domenica di Avvento
Dopo il Profeta Isaia incontriamo il secondo amico a cui la chiesa ci affida per prepararci alla venuta del Signore: Giovanni Battista. Nessun profeta e santo ha avuto la fortuna di avere un biografo come lo ha avuto lui, Gesù stesso, che ha detto: “Tra i nati di donna non c’è uno più grande di Giovanni”. Era suo cugino, il figlio di Elisabetta. Lo aveva incontrato quando ancora tutti e due erano nel seno materno. E’ “l’amico dello sposo”, colui che indica direttamente il Messia, lo propone ai suoi discepoli e lo qualifica come “l’Agnello di Dio”. Anche l’arte si è molto interessata a Lui e ce lo ha presentato come l’uomo del deserto, avvolto di pelle di cammello, che indica con la mano l’Agnello di Dio.
Oggi parla a noi e ci indica come preparare la via del Signore se vogliamo che Egli venga. “Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri”.
Ci interessa davvero che il Signore venga, oppure ancora una volta preferiamo che rinvii la sua venuta? Non si tratta di preparare il compleanno di Gesù Bambino che quest’anno non potrà essere neppure confuso con la festa dei regali, delle cene e dei festini, ma sarà soltanto un momento spirituale. Questo momento sarà vivo soltanto se caratterizzato da un’autentica venuta del Signore nella nostra vita. Abbiamo il coraggio di dirgli, una buona volta: “Vieni Signore Gesù”?
Allora ascoltiamo il Battista:
“Ogni valle sia colmata”. La valle qui rappresenta tutti i vuoti nel nostro comportamento davanti al Signore. Tutti i nostri peccati di omissione. Il primo vuoto della nostra vita è sicuramente rappresentato dal fatto che non preghiamo o che preghiamo poco. Questo è il momento di riparare a questa omissione, il momento di pregare con intensità, di riservare alla vita spirituale quello spazio che gli spetta. Il tempo di coronavirus che ci impone la permanenza in casa può essere occasione di riflessione, di lettura e di preghiera. Credo che in ogni casa ci sia una Bibbia e anche se non ci fosse il computer ce la fornisce, anche con commenti adeguati. Potrebbe essere l’occasione per leggerla, leggerla semplicemente, cominciando col libro di Isaia. L’obiezione più comune è che non si capisce tutto. P. Alonso Schoekel, professore del Biblico, diceva che non è necessario capire tutta la Bibbia, basta quella che si capisce, la volta dopo si capisce di più. Leggere la Bibbia “a fiume” come consigliava don Dossetti, cioè leggerla lasciandoci lavare dalla lettura, (provare per credere!). Ci si sente purificati, si sperimenta che è davvero parola di Dio. Se ricordassimo il tempo di pandemia come l’occasione per aver letto la Bibbia sarebbe davvero una bella grazia.
Altro vuoto da colmare è che non siamo caritatevoli verso il prossimo. Vedere quali fossati e quali valli si siano create tra noi e qualcuno, parenti, amici di una volta, potrebbe essere un esame utile per colmare queste separazioni.
Quali sono poi i nostri altri doveri che trascuriamo e che lo strafare dei giorni normali ci ha fatto dimenticare? La pandemia può davvero essere l’occasione per rimettere in piedi la nostra vita interiore.
“Ogni monte e colle siano abbassati”. I monti e i colli che devono essere abbassati sono il nostro orgoglio, la nostra superbia e la nostra prepotenza. Dobbiamo ridiventare umili, miti, pazienti. La malattia che non ha risparmiato nessuna categoria di persone deve farci prendere coscienza della nostra radicale povertà. “Ha rovesciato i potenti dai troni”, li ha privati della loro fantomatica sicurezza, non sapendo più che pesci prendere e dove andare. Alla sicurezza si è sostituita la paura, se non, almeno, il sano timore di crollare dinanzi ad un virus di cui ancora non si conosce l’identità. Uno dei guai dell’umanità è che ci sono troppi che si credono padreterni e invece la presente situazione ci fa prendere coscienza che “forse” ce n’è Uno, e che fatichiamo a farlo intervenire.
Ci viene chiesto di eliminare tutti gli ostacoli alla nostra unione col Signore: “Il terreno accidentato si trasformi in piano e quello scosceso in pianura. Allora si rivelerà la Gloria del Signore e ogni uomo la vedrà”.
Il Battista dice “Io vi ho battezzati con acqua, ma egli vi battezzerà con la Spirito Santo”.
Il deserto, dove il Battista vive da penitente, ci invita alla penitenza e alla purificazione del cuore. Per preparare la venuta del Signore è necessaria purezza di cuore e libertà da ogni male. Il battesimo di penitenza per noi è il sacramento della riconciliazione che sarà il modo più efficace per preparare la via al Signore.