Questo tempo di pandemia ci sta mettendo a dura prova. Giorno dopo giorno ci misuriamo con i nostri limiti e siamo costretti a esporci al contingente. Abbiamo bisogno di certezze, gestire tutto, misurare ogni cosa; per questo il coronavirus, trascinandoci nel domani sconosciuto, nell’imprevisto dietro l’angolo e ci specchia nella nostra impotenza, ci destabilizza. E allora, se non possiamo fare quello che vorremmo, tutto perde senso. Le lezioni online, le riunioni in videoconferenza, il lavoro da casa (per chi ha potuto conservarlo!), i figli alle prese con la didattica a distanza e infinite situazioni di cambiamento e dolore che ci frustrano. Dobbiamo fare i conti con la realtà. E cosa facciamo, gettiamo la spugna? Ci abbandoniamo chiudendo gli occhi al reale che ci schiaccia?
Oggi inizia il tempo dell’Avvento e Gesù ci scuote con un imperativo che stravolge i nostri piani ma ci rimette in piedi per vivere il presente che abitiamo: vegliate! Ci ricordiamo del dono della vita e della misericordia del Padre, o abbiamo dimenticato tutto? È un tempo indefinito, non sappiamo quando finirà, ma non possiamo lasciarci vivere attendendo passivamente, perché Gesù ci rende soggetti attivi del quotidiano in cui siamo. Attendiamo e speriamo ciò che non vediamo, con i nostri limiti certo, ma il Padre ci dà una grande certezza, l’unica di cui abbiamo bisogno: la gratuità del suo amore.
E ogni giorno pone tra le nostre mani un tesoro da custodire. Lui ci dà i mezzi per vivere l’attesa, con la sua presenza e i suoi doni che spesso ci passano davanti agli occhi inosservati. Sta a noi di vegliare, appunto, aprire gli occhi e prendercene cura, perché è lo stesso nostro abitare la realtà che ci dà senso e ci rende viventi in pienezza.
Studenti alle prese con lezioni rocambolesche, mamme e papà che lottano con i colloqui virtuali, uomini e donne in cerca di lavoro e di dignità, alziamoci, vegliamo: è abitare con amore la realtà che viviamo che ci dà speranza nell’attesa. Impariamo a guardare il nostro quotidiano con gli occhi della speranza, impariamo a trovare Dio nella realtà che abitiamo, impariamo a contemplarlo e l’attesa non sarà più attesa perché Lui è già lì con noi, tutti i giorni fino alla fine del mondo.
Ilaria De Lillo
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato