Perché è essenziale “vegliare” e che cosa significa?
L’ultima parte del capitolo 13, uno dei più densi del Vangelo di Marco, è dedicato all’appello a vegliare, coronato dalla parabola del portiere notturno. Il padrone affida la casa ai suoi servi, ma soprattutto a un servo in particolare, quello che deve sorvegliare sulla vita e la sicurezza degli altri. Il “dominus” parte per un viaggio senza dare nessuna informazione sull’ora del suo ritorno.
Tornerà di sicuro, ma nessuno sa quando. La parabola vuole sottolineare l’importanza di una responsabilità che rimane sempre la stessa, in ogni momento, perciò richiede prontezza e sollecitudine costante. Il comando ricorrente “vegliate”, espresso in senso metaforico, prepara un suo primo richiamo in senso letterale: nella pagina successiva Gesù vuole i suoi svegli con sé a pregare, in attesa dell’ora della sua Passione. Vegliare perciò significa innanzitutto pregare con Gesù.
Ma significa anche comprendere che la fede non è solo un atto di adesione interiore che paga il biglietto per il Regno, ma un compito, una seria assunzione di responsabilità verso gli altri.
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