Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita
MERCOLEDÌ 25 NOVEMBRE (Lc 21,12-19)
La perseveranza dei discepoli di Gesù non è nel rimanere ancorati nelle proprie decisioni e in esse rimanere sino alla fine. Questa è perseveranza non cristiana. La perseveranza cristiana consiste in due momenti: accogliere la Parola di Gesù e rimanere saldi nella sua verità, prestando ad essa ogni obbedienza con cuore fedele, forte, generoso, senza mai voltarsi indietro: “A queste sue parole, molti credettero in lui. Gesù allora disse a quei Giudei che gli avevano creduto: «Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». Gli risposero: «Noi siamo discendenti di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi dire: “Diventerete liberi”?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Ora, lo schiavo non resta per sempre nella casa; il figlio vi resta per sempre. Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. So che siete discendenti di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova accoglienza in voi. Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro».
Gli risposero: «Il padre nostro è Abramo». Disse loro Gesù: «Se foste figli di Abramo, fareste le opere di Abramo. Ora invece voi cercate di uccidere me, un uomo che vi ha detto la verità udita da Dio. Questo, Abramo non l’ha fatto. Voi fate le opere del padre vostro». Gli risposero allora: «Noi non siamo nati da prostituzione; abbiamo un solo padre: Dio!». Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro padre, mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato. Per quale motivo non comprendete il mio linguaggio? Perché non potete dare ascolto alla mia parola. Voi avete per padre il diavolo e volete compiere i desideri del padre vostro. Egli era omicida fin da principio e non stava saldo nella verità, perché in lui non c’è verità. Quando dice il falso, dice ciò che è suo, perché è menzognero e padre della menzogna. A me, invece, voi non credete, perché dico la verità. Chi di voi può dimostrare che ho peccato? Se dico la verità, perché non mi credete? Chi è da Dio ascolta le parole di Dio. Per questo voi non ascoltate: perché non siete da Dio»” (Gv 8,30-47). Non c’è perseveranza se ci si libera dalla Parola, se si abbandona la via della grazia e della verità e si percorrono strade personali, senza alcuna relazione con l’obbedienza alla grazia, alla verità, allo Spirito Santo, ai suoi doni, misteri, missioni.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».
Gesù è nel suo Vangelo, non fuori di esso. Anche lo Spirito Santo è nella verità del Vangelo, mai fuori di esso. Come Dio è perseverante nella carità di salvezza verso ogni uomo, così anche ogni discepolo deve essere perseverante nella verità di salvezza verso se stesso e verso gli altri. È salvezza solo quando un’anima viene innestata nel corpo di Cristo, perché diventi tralcio della vera vite. Così San Paolo a Timoteo: “Allénati nella vera fede, perché l’esercizio fisico è utile a poco, mentre la vera fede è utile a tutto, portando con sé la promessa della vita presente e di quella futura. E tu prescrivi queste cose e inségnale. Sii di esempio ai fedeli nel parlare, nel comportamento, nella carità, nella fede, nella purezza. Dèdicati alla lettura, all’esortazione e all’insegnamento. Non trascurare il dono che è in te e che ti è stato conferito, mediante una parola profetica, con l’imposizione delle mani da parte dei presbìteri. Abbi cura di queste cose, dèdicati ad esse interamente, perché tutti vedano il tuo progresso. Vigila su te stesso e sul tuo insegnamento e sii perseverante: così facendo, salverai te stesso e quelli che ti ascoltano” (1Tm 4,7-16). Regola sublime.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fateci perseveranti nella verità senza mai uscire da essa.
Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.