Dalla storia oscura, la bellezza di un regno diverso
di Dante Balbo
Il secolo scorso fu detto il secolo breve, racchiuso fra le guerre senza precedenti, il sorgere e il declino di regimi totalitari, l’emergere di una tecnologia inimmaginata.
Quando tutto questo andava delineandosi, un papa, Pio XI, decise di dedicare una festa speciale a Cristo Re dell’universo.
Siamo lontani dai tempi in cui la Chiesa incoronava gli imperatori e il senso di questa festa era proprio di affermare una regalità differente.
Una regalità che nel battesimo ci coinvolge, ma che era già nostro patrimonio fin dalle prime righe della sacra Scrittura, quando Dio creava l’uomo a sua immagine e somiglianza.
Don Willy Volonté per l’ultima domenica di questo anno liturgico, ancora una volta affacciato sul paesaggio luganese, quasi a testimoniare questo dominio, ricorda però che si tratta di un potere che ha in comune con Dio la sua essenza, cioè l’amore.
Deus Caritas est, dice san Giovanni, ripreso dall’enciclica di Benedetto XVI che questo amore ha descritto, riconducendolo alla concretezza richiamata nel vangelo odierno.
Il Re dell’affresco evocato dallo stesso Gesù per i suoi ascoltatori, lontano dalla tirannia dei potenti di questo mondo, si riconosce negli ultimi, i carcerati, gli indigenti, gli affamati, i malati.
Chi riconosce questa regalità del dono senza riserve è simile al Re dell’universo racchiuso nell’altro che incontra ogni giorno.
Falliremo cento volte al giorno, nel manifestare questo amore, afferma don Willy, ma proprio questa festa ci ricorda le nostre origini regali, in quella somiglianza che è scritta nella nostra natura, nel nostro DNA. Come il Re che celebriamo anche noi siamo fatti per la relazione, cerchiamo un amore grande, portiamo in noi la capacità di donarlo.
“Lo dice il prefazio di questa domenica quale sia la qualità del Regno governato da Gesù Cristo Re: regno eterno e universale, regno di verità e di vita, regno di santità e di grazia, regno di giustizia, di amore e di pace.”
Produzione Caritas Ticino