«Sta scritto: “La mia casa sarà casa di preghiera”».
Dopo avere pianto su Gerusalemme, Gesù tenta ancora, osa e sfida l’inevitabile. Non si rassegna e ricorda a tutti che il rapporto con Dio non è un mercanteggiare favori. Con la stessa forza dei gesti di Gesù, interroghiamoci su come intendiamo la nostra fede, su quale rapporto abbiamo instaurato con Dio.
Il rischio di rendere le nostre chiese un mercato del sacro è sempre dietro l’angolo. Ma cosa ben più peggiore è quando noi stessi diventiamo merce, disposti a venderci pur di ottenere qualcosa, anche da Dio.
Questo tempo di pandemia ci aiuti a ritrovare il senso delle nostre comunità cristiane come luoghi di incontro con la bontà di Dio e riporti nelle nostre famiglie, prima chiesa domestica, la bellezza della preghiera.
Buon cammino, insieme.
Fonte: don Ivan Licinio su FB