Il commento alle Letture della XXXIV Domenica del Tempo Ordinario. A cura di don Claudio Doglio.
La celebre scena, nota come ” giudizio finale” , orienta l’attenzione al Signore risorto che viene nella gloria e pone il sigillo definitivo alla storia dell’umanità: per questo la leggiamo nella festa di Cristo Re. Davanti al Cristo intronizzato, Dio raccoglie tutte le genti.
Ma l’interesse è dato a ciò che segue, cioè alla separazione, come avviene fra pesci buoni e cattivi, fra invitati a nozze, fra ragazze sagge e stupide, fra servi fedeli e pigri. Secondo la consueta prassi palestinese, il pastore alla sera separa le pecore dalle capre, perché necessitano di un trattamento diverso: la scena pastorale è solo evocata e lascia subito il posto al dialogo centrale che avviene fra il Re e gli uomini.
La bella notizia delle beatitudini (“vostro è il regno dei cieli”) trova conferma nella decisione finale; ma vi è aggiunto l’elemento della solidarietà attiva, ovvero dell’operosa fedeltà. La separazione dell’umanità intera in due blocchi avviene proprio secondo questo criterio: la concreta attenzione all’uomo che è nel bisogno, l’impegno semplice e quotidiano nell’ac corgersi degli altri e nel riconoscere in qualunque prossimo i lineamenti del volto di Cristo.
La novità proposta non sta nelle opere di misericordia, ma nell’identificazione del Messia con i suoi fratelli più piccoli: il criterio di giudizio è dunque “cristologico”, cioè relativo al Messia Gesù. Il destino eterno di ogni uomo si gioca nel temporale rapporto di accoglienza o di rifiuto del Cristo nella persona di ogni uomo.
AUTORE: don Claudio DoglioFONTE: Messalino “Amen” e Canale YouTube Teleradiopace TVCANALE YOUTUBE