Gesuiti – Commento al Vangelo del giorno, 18 Novembre 2020

Sei partito, Signore, per fare grandi cose. Ti sei allontanato, forse perché il regno sta arrivando e chiede la tua attenzione, forse perché sai che pur andando via lasci me qui, tuo erede.

Pur andando via, però, non mi hai lasciata sola, né mi hai lasciata a mani vuote: ho qui tra le dita una moneta. Non brilla tanto, è una monetina – neanche troppo preziosa; e invece agli altri ne hai lasciate molte e di più preziose. Mi chiedi, tuttavia, di farla fruttare. Ma come faccio a far fruttare una monetina, Signore? Sono povera, non ho nulla da investire nel tuo nome. Solo una moneta. E se la perdo?

Improvvisamente quello spicciolo acquista valore ai miei occhi: se lo perdessi, perderei tutto, perderei te. Con questa certezza vado a dormire nel terrore, le dita contratte sulla moneta avvolta in un fazzoletto, sotto il cuscino. Perdo il sonno. Perdo l’energia. Perdo l’entusiasmo. Non posso permettermi di perdere quello che mi hai affidato. Basterà non perdere la moneta. Spreco tutte le mie forze per trovare per la moneta un posto sicuro, la lascio lì. Al tuo ritorno saprai apprezzare la mia prudenza. Anche perché mi hai affidato uno spicciolo, sai bene anche tu che non c’era nulla da far fruttare, avessi voluto più impegno da me mi avresti affidato di più…

Ma tu torni, Signore, e chiedi proprio il frutto di quello spicciolo. Torni e cerchi qualcosa che non è potuto crescere, soffocato dalla paura. Allora, Signore, ecco la visione di Gerusalemme. Ecco la verità: non la quantità di monete doveva starmi a cuore, ma la fiducia da te riposta in me.

Col cuore nuovo e le mani vuote torno da te, finalmente fiduciosa: mi riempirai le mani di monete che, ora lo so, ho la forza di investire, ho la forza di far fruttare. Posso esserti fedele, perché tu mi sei fedele. Mi fido di te, perché tu ti fidi di me.

Verena M.


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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato

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