Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 17 Novembre 2020

Cercava di vedere chi era Gesù

MARTEDÌ 17 NOVEMBRE (Lc 19,1-10)

Le vie attraverso le quali un’anima giunge alla conoscenza della verità sono dirette e indirette, ma tutte hanno all’origine lo Spirito Santo che mai arresta la sua mozione e la sua conduzione verso la pienezza della verità che è Gesù Signore. All’opera dello Spirito che è invisibile e misteriosa, sempre poi si deve aggiungere l’azione della Chiesa, che dovrà rendere esplicito ciò che è implicito, passando dalla mozione all’adesione alla verità, alla Legge, al Vangelo, perché siamo lavati, rigenerati, santificati, rinnovati dalla grazia dei sacramenti. Spirito Santo e Chiesa devono completare ogni opera di salvezza. La Chiesa completa ciò che manca allo Spirito. Lo Spirito completa ciò che manca alla Chiesa. La Chiesa dona la Parola. Lo Spirito convince e attrae alla verità ascoltata. Né la Chiesa senza lo Spirito Santo, né lo Spirito Santo senza la Chiesa. In perfetta comunione e sinergia Chiesa e Spirito Santo.

Questa verità la troviamo nella conversione di Cornelio. Il Signore chiede a Cornelio di mandare a chiamare Simone. Cornelio obbedisce. Simone è mandato direttamente dallo Spirito del Signore nella casa di Simone. Anche l’apostolo del Signore è mosso dallo Spirito Santo attraverso la via della visione. Entra nella casa del centurione. Annunzia Cristo Signore. Lo Spirito Santo precede ogni decisione di Simone e scende in modo visibile su tutta la famiglia, così come era sceso nel cenacolo. La decisione è subito presa. Viene amministrato il battesimo: “Pietro stava ancora dicendo queste cose, quando lo Spirito Santo discese sopra tutti coloro che ascoltavano la Parola. E i fedeli circoncisi, che erano venuti con Pietro, si stupirono che anche sui pagani si fosse effuso il dono dello Spirito Santo; li sentivano infatti parlare in altre lingue e glorificare Dio. Allora Pietro disse: «Chi può impedire che siano battezzati nell’acqua questi che hanno ricevuto, come noi, lo Spirito Santo?». E ordinò che fossero battezzati nel nome di Gesù Cristo. Quindi lo pregarono di fermarsi alcuni giorni” (Cfr. At 10.1-48). Mirabile sinergia tra visibile e invisibile, tra Spirito Santo e Apostolo del Signore.

Zaccheo, mosso dallo Spirito Santo, cerca Gesù. Gesù, mosso dallo Spirito Santo, cerca Zaccheo. Questi accoglie il Maestro nella sua casa. Accoglie la verità del Padre che è dinanzi a lui. Lo Spirito illumina il suo cuore, rende forte la sua volontà, facendogli vedere il suo stato spirituale che non è conforme alla Legge del Signore. Sempre illuminato dallo Spirito e da Lui fortificato, Zaccheo prende la decisione di abitare nella casa della Parola di Dio. Dona metà dei suoi beni ai poveri. Entra nella carità del suo Signore. Se ha defraudato qualcuno, restituirà quattro volte tanto. Entra nella giustizia del suo Salvatore e Redentore. Entrando nella Legge, entra nella Salvezza. La Legge è Legge di carità, ma anche di giustizia. Né carità senza giustizia, né giustizia senza carità. La Legge è una e va osservata nella sua pienezza.

In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gerico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

Oggi, essendo andata smarrita la nostra piena dipendenza dalla Legge eterna, che è insieme di carità e di giustizia, o viviamo la carità senza alcuna giustizia o vogliamo la giustizia senza alcuna carità. Invece la Legge del Signore è giustizia perché è obbligo eterno dare all’altro ciò che è suo. Ma è anche obbligo eterno dare all’altro ciò che è nostro. Essere misericordiosi, pietosi, compassionevoli, ricchi di perdono, con volontà di trovare una via di riconciliazione, è obbligo di Legge divina. Come è volontà di Dio non fare il male, così è anche volontà di Dio fare ogni bene. È obbligo universale.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che il cristiano sempre viva i suoi obblighi di Legge.

Fonte@MonsDiBruno

Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.

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