Commento a cura di don Pasquale Giordano
La parrocchia Mater Ecclesiae è stata fondata il 2 luglio 1968 dall’Arcivescovo Mons. Giacomo Palombella, che morirà ad Acquaviva delle Fonti, suo paese natale, nel gennaio 1977, ormai dimissionario per superati limiti di età… [Continua sul sito]
Facciamo festa
Giovedì della XXXI settimana del Tempo Ordinario
L’insegnamento offerto da Gesù a casa di uno dei capi dei farisei sulla necessità di mettersi a servizio di quelli che sono scartati dalla società lo mette in pratica egli stesso accogliendo e mangiando insieme ai pubblicani e ai peccatori che erano gli esclusi dall’èlite religiosa. Proprio essi, e non quelli che si ritenevano saggi, pii e giusti, si avvicinano a Gesù attratti dal suo messaggio e dal suo modo di operare.
Davanti alle critiche di coloro che stigmatizzano la sua benevolenza, scambiata per connivenza, Gesù interroga: «Chi di voi …?». Le due parabole ci invitano ad accostare – questo infatti significa parabola – il nostro atteggiamento a quello del pastore che va in cerca di una delle sue cento pecore che si è perduta o alla ricerca affannosa della donna che vuole ritrovare una delle sue dieci monete. Probabilmente nessuno di noi direbbe: «anche io farei la stessa cosa». Qui prendiamo consapevolezza di quanto distante sia il nostro comune sentire rispetto a quello di Gesù e che mai potremmo dirci cristiani se prima di giudicare non ci immedesimiamo in quell’unica pecorella smarrita e in quella sola moneta persa per scoprire che la cura che Dio riserva a ciascuno è qualcosa di unico e straordinario. Dio ci ama sempre e comunque, ma il suo amore diventa ancora più forte quando ci smarriamo e rischiamo di morire o cadere nell’oblio e Lui viene in nostro soccorso.
L’unico motivo che spinge Dio a cercare chi è smarrito è la speranza di salvare chi è perduto. Quando questa speranza si compie esplode la gioia come il sole che rifulge e, splendendo nel cielo, riscalda il cuore di tutti. Chi mormora manifesta di avere cuore freddo e una grande tristezza perché gli manca l’essenziale. Solo se ci riconosciamo mendicanti dell’amore di Dio lo potremo veramente conoscere e, lasciandoci trovare da Lui, il nostro cuore è colmato di gioia. Nella misura in cui ci lasciamo amare da Dio impariamo ad amare come Lui, a liberarci dai pregiudizi che ci inducono a contrapporci gli uni agli altri o ci rendono insensibili ai drammi dei nostri fratelli. Dio ci ama e invita tutti a rallegrarci con Lui perché il vuoto del cuore sia colmato dalla sua gioia.
Quando Gesù incontra i peccatori i suoi occhi brillano di speranza perché essi già vedono la gioia di chi si lascia perdonare e salvare. La gioia è la luce della speranza che non si arrende al peccato, ma sa andare oltre per raggiungere la vita. Lasciamoci dunque affascinare e attirare dalla luce che promana dagli occhi di Gesù, così pieni di amore e di speranza, affinché anche i nostri gesti possano comunicare a tutti la ricchezza della misericordia di Dio.
Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!