Nullatenenti
Il commento al Vangelo del giorno di don Cristiano Mauri.
Note per la comprensione del brano.
Concluso il banchetto in casa del fariseo, Gesรน si rivolge ora alle folle, insegnando alcuni risvolti paradossali della scelta di essere suoi discepoli.
Le sue parole sono spiazzanti: colui che insegna lโamore qui invita allโodio e, dopo aver chiesto di seguirlo senza esitazioni, ora invita a sedersi per ponderare.
Alla gente che cammina con Lui, Gesรน propone una scelta radicale di rottura con il proprio passato e con la vita che si conduce. La dedizione a Lui puรฒ solo essere assoluta, senza compromessi o mezze misure.
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Il concetto รจ forte: ci sono legami incondizionati che possono essere vissuti solo a discapito di altri e quello con Lui รจ tra questi.
E se Gesรน mette in questione il rapporto con la propria stessa vita, non deve stupire che ci vada di mezzo la famiglia, tanto piรน in un tempo in cui era spesso occasione di legami soffocanti, spersonalizzazioni, doveri imprigionanti.
ยซOdiareยป va inteso nel senso di ยซabbandonareยป, dunque non come sentimento, bensรฌ come unโazione precisa che consente al discepolo, poi, di essere ยซtotalmente presente al Maestroยป.
Nel ยซportare la croceยป non va letto immediatamente un riferimento alla croce di Gesรน e ai suoi significati. Qui, piuttosto, cโรจ lโidea del sostenere un peso, cosa che non รจ affatto un valore in sรฉ, ma una conseguenza e una condizione del seguirlo. Lโimmagine esplicita dunque la dimensione di fatica e patimento che รจ compresa nellโessere discepoli e, in ultima istanza, richiama il martirio.
La severitร dellโimpegno e la gravitร delle richieste chiedono perciรฒ grande ponderazione nella decisione.
Le due parabole utilizzate per sottolineare lโimportanza della riflessione sono di facile comprensione e non necessitano di particolari spiegazioni.
La raccomandazione di Gesรน a coloro che intendono seguirlo รจ di misurarsi con le esigenze del cammino. Dice in sostanza: ยซFate bene i vostri conti prima di imbarcarvi in questa avventuraยป e lโinvito in entrambe le parabole รจ espresso con chiarezza con lโimmagine del ยซsedersi a calcolareยป.
Verrebbe da chiedersi se un simile atteggiamento prudente non sia da freddi calcolatori, ma quel che in realtร si deve con attenzione misurare รจ il fatto che si rinuncerร ad ogni bene.
Il costruttore conta sui suoi mezzi, il re che va in guerra sui suoi eserciti, chi parte per andare con Cristo invece rinuncia a possedere qualsiasi cosa e decide di non aver nulla su cui contare (alla lettera, si tratta di: ยซabbandonare ogni possessoยป).
Dunque, chi decide di seguire Cristo non deve far la conta dei proprie risorse, ma semplicemente scegliere di non contarci piรน. La possibilitร di essere discepolo dipende, dal lato umano, dalla rinuncia alle ricchezze, ai diritti di nascita, alle armi, alle appartenenze religiose.
Il discepolo, con un gioco di parole, deve fare i conti col fatto di non aver nulla sui cui contare.
Spunti per la riflessione sul testo.
Ci sono molti uomini e molte donne che non possono contare su nulla e su nessuno. Non per scelta, ma per forza.
Perchรฉ sono stati abbandonati dalla famiglia, dalla comunitร , dagli amici. Perchรฉ vivono nella precarietร assoluta, quando non si tratta di vera miseria.
Si trovano cosรฌ a volte per responsabilitร propria, molte altre volte, invece, sono vittime di ingiustizie altrui. Ma non fa davvero differenza. Non hanno nulla e nessuno. Ci sono e non sono affatto pochi.
Molti sono talmente dignitosi e poco inclini al vittimismo, da non sembrare nemmeno cosรฌ abbandonati a se stessi, ma in realtร lo sono e mi viene il sospetto che siano quelli che soffrono di piรน.
Io credo che quando leggiamo questo Vangelo รจ a costoro a cui dobbiamo rivolgere il primo pensiero.
Sono convinto, per come Gesรน considera e tratta i poveri nei Vangeli, che mentre invita i suoi ad abbandonare ogni possesso, ha di fronte i volti degli abbandonati che erano costretti a non poter contare su nulla.
E Gesรน non fa giochini retorici, lo dice chiaro: non avere nulla di cui farsi forza รจ una fatica, un peso da portare, una passione da affrontare. Nellโinvito a ponderare bene la scelta sento un enorme rispetto, considerazione e cura per quegli abbandonati che di scelta non ne avevano alcuna.
La loro condizione non poteva e non doveva essere trattata come unโimmagine romantica con cui giocare a fare i poveri con la povertร altrui, ma come una chiamata ad avvicinarsi alla parte di umanitร che porta i pesi piรน grandi.
Essere poveri per amore non puรฒ essere una beffa per chi รจ povero per forza. Altrimenti che Vangelo รจ?ย […] Continua qui…
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