don Pasquale Giordano โ€“ Commento al Vangelo del 3 Novembre 2020

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Commento a cura di
don Pasquale Giordano
Fonte โ€“ Mater Ecclesiae Bernalda
La parrocchia Mater Ecclesiae รจ stata fondata il 2 luglio 1968 dallโ€™Arcivescovo Mons. Giacomo Palombella, che morirร  ad Acquaviva delle Fonti, suo paese natale, nel gennaio 1977, ormai dimissionario per superati limiti di etร โ€ฆ [Continua sul sito]

La Caritร  non sceglie il servizio ma cerca chi servire 

Gesรน, stando a casa di uno dei capi dei farisei che lo aveva invitato per pranzare, viene osservato con attenzione dagli altri e offre loro tre insegnamenti importanti. Dapprima guarendo lโ€™idropico indica nella pratica della caritร  il compimento della legge; poi, osservando come gli invitati sceglievano i primi posti, suggerisce loro di non ambire agli onori ma desiderare di servire con umiltร ; infine esorta colui che lo ospita a rivolgere lโ€™invito ai poveri e agli emarginati perchรฉ essi non hanno nulla da contraccambiare. Beato, ovvero la persona realizzata, รจ colui che sceglie di servire Dio negli ultimi e si fa suo gioioso portavoce verso i piรน poveri. 

Il sabato, per noi cristiani la domenica, รจ un giorno di festa nel quale celebriamo lโ€™amore misericordioso di Dio che ci guarisce dal peccato perchรฉ tutti possano partecipare al banchetto eterno. Il pasto festoso sulla terra รจ anticipazione di quello che Dio prepara per noi nel Cielo. รˆ lo stesso Dio che ci invita alla mensa terrena e al banchetto celeste, cioรจ ci esorta a vivere la caritร  fraterna attraverso il servizio umile per preparaci a godere a pieno della festa nel giorno della risurrezione, compimento del regno di Dio. 

La festa inizia oggi quando ci viene chiesto di essere missionari della caritร  e di raggiungere gli ultimi, poveri, storpi, zoppi e ciechi, di solito esclusi dai convivi umani, per invitarli a partecipare allโ€™incontro con Dio. In questo incontro con cโ€™รจ nulla da spartire ma tutto da condividere. 

Lโ€™invito che Gesรน ci rivolge รจ innanzitutto quello di partecipare della sua stessa missione e praticare la caritร  fraterna non come dovere, ma come vocazione. Potremmo essere come quei tali che rifiutano lโ€™invito trovando scuse, alcune persino banali. Se ci pensiamo, quanti pretesti accampiamo per rinunciare a servire, perchรฉ siamo concentrati su noi stessi e i nostri affari in affannosa ricerca di conferme, attestati e gratificazioni. Il tempo per fare ciรฒ che ci piace lo troviamo o facciamo quello che ci impone un certo senso del dovere. Ma nรฉ lโ€™uno, nรฉ lโ€™altro ci dร  vera gioia; nel primo caso perchรฉ facciamo dipendere la nostra felicitร  dal conseguimento di obbiettivi umani, nel secondo caso perchรฉ il fare solo il proprio dovere nasconde la ricerca di un contraccambio che spesso non trova riscontro secondo le aspettative.

Costringere ad entrare non indica una forzatura violenta, ma il potere della testimonianza gioiosa della caritร  che esercita una forza di attrazione e di convincimento piรน grande della coercizione. 

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Chi crede in Gesรน sposa il suo modo di pensare e fa sua la missione per la quale egli รจ venuto. Cosรฌ il discepolo di Cristo quanto piรน cresce nella caritร , tanto piรน brilla di felicitร . La Caritร  non puรฒ essere finta. La caritร  ipocrita รจ quella che facciamo dopo aver selezionato il โ€œservizioโ€ da svolgere. La Caritร  non sceglie un servizio ma cerca chi servire. Questa รจ la vera caritร  che ci fa pregustare la perfetta letizia.

Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!

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