“Chi si umilia sarà esaltato”
È un criterio divino più che umano. L’umiltà è la virtù che il Signore più gradisce in una persona e attraverso chi è umile Egli realizza i suoi progetti più grandi. Spesso si confonde l’umiltà con la mancanza di stima verso se stessi. Si pensa che chi è umile deve di conseguenza non apprezzarsi, non riconoscere il valore di quello che fà o di quello che è. Si crede erroneamente che se si vuole essere umili bisogna stare al proprio posto, senza dar voce al proprio pensiero o ai propri sentimenti. Inoltre si ritiene che per essere umili bisogna saper accettare le umiliazioni inferte. Ovviamente questa è una caricatura dell’umiltà che non ha nulla a che vedere con l’umiltà evangelica che invece nobilita e impreziosisce lo spirito dell’uomo. L’umile sa ben riconoscere quello che vale e ha stima di ciò che compie, ma allo stesso tempo sa esserne distaccato e non cerca visibilità o gratificazioni. L’umile sa leggere le situazioni in profondità e pur avendo una propria posizione sa collaborare per il bene comune, anche facendo un passo indietro. Anche quando sbaglia l’umile sa accogliere i suoi errori senza scomporsi o colpevolizzarsi, sa chiedere scusa perchè dà rispetto così come lo richiede. Ma l’umile ha ancora un’altra cosa: in ogni situazione cerca la volontà di Dio e si sforza di compierla al di sopra di ogni cosa.
In breve
L’umiltà coinvolge tutta la persona, il suo esterno e il suo interno. Non si può apparire umili esteriormente, nell’abbigliamento, negli accessori o nei beni di cui si dispone, senza esserlo anche nel profondo del cuore e viceversa.
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Commento a cura di don Vincenzo Marinelli
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