Gesù è così in contatto con lo Spirito del Padre che ogni occasione, anche la più piccola, diventa significativa per aiutarci a vivere anche noi secondo lo Spirito. Liberi davvero, semplici davvero!
Gesù “sente” l’umiliazione di colui che viene retrocesso, ma non lo compiange, anzi trasforma la situazione in un’occasione per noi. Non si tratta, però, di attivare una strategia vincente, che ti permetta di ottenere, con furbizia, una posizione migliore, quel riconoscimento che è vitale per noi! Né si tratta di galateo, del tipo “non ti mettere avanti, sii educato!”.
Si tratta, ancora una volta e sempre nel Vangelo, di una metafora che mette in discussione gli atteggiamenti profondi della persona e, solo secondariamente, i suoi comportamenti, perché i secondi derivano dai primi.
Allora Gesù ci chiede: «che idea ti fai di te? E come la coltivi? Chi ti dà il riconoscimento necessario alla tua vita? A chi chiedi vita nella tua vita?».
Sappi che l’unico riconoscimento che non marcisce e che dura sempre è quello che ti viene dal Padre, gli altri sono almeno ambivalenti o comunque non val la pena di affidarsi troppo a essi. Rischiano sempre di diventare motivo di orgoglio o, esaltazione, e quindi non mantenere ciò che promettono!
Solo la libertà amante ti può dare tutto quello di cui hai bisogno… perché ti libera dal bisogno e ti fa dipendere solo dall’amore del Padre.
Stefano Titta SJ
Continua a leggere gli altri approfondimenti del giorno sul sito
Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato