Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 27 Ottobre 2020

Medita

Sono interessanti i paragoni che vengono fatti con due situazioni di diverso valore e significato.
Nel primo, il regno di Dio è presentato come qualche cosa di piccolissimo che di per sé si trasforma e diventa qualche cosa di grande e accogliente.
Nel secondo paragone il regno di Dio è presentato come qualche cosa di minimo, quasi impalpabile, poco visibile che, integrato con qualcos’altro, lo trasforma, lo moltiplica, lo rende migliore.
Il regno di Dio viene quindi presentato senza la prosopopea del “reame”, ma come una realtà essenziale in sé, sempre in divenire, e come una realtà definita che influisce nell’esistenza in generale.
Se riconosciamo allora di far parte tutti e ciascuno del regno di Dio e di averne parte nella sua realizzazione, possiamo riconoscerci non solo il potere con il quale contribuire alla sua realizzazione ma anche la responsabilità del trasmetterne gli effetti.
Ognuno di noi, allora, può riconoscersi nel granello di senape che si realizza accogliendo non solo la propria vita, ma anche quella degli esseri viventi dei quali mettersi a disposizione accogliendo concretamente e mentalmente.
Ognuno di noi, allora, può riconoscersi lievito che aiuta, che collabora alla realizzazione di una realtà vitale, che a sua volta nutre chi entra in contatto con lui, in relazione di scambio e collaborazione.
Ognuno di noi è attore e responsabile della realizzazione del regno di Dio.

Rifletti

Sento la corresponsabilità nella costruzione del regno di Dio?

Prega

O Signore, fa’ di me uno strumento della tua Pace:
dove c’è odio, fa’ ch’io porti l’Amore;
dove c’è offesa, ch’io porti il Perdono;
dove c’è discordia, ch’io porti l’Unione;
dove c’è dubbio, ch’io porti la Fede;
dove c’è errore, ch’io porti la Verità;
dove c’è disperazione, ch’io porti la Speranza;
dove c’è tristezza, ch’io porti la Gioia;
dove ci sono le tenebre, ch’io porti la Luce.
O Maestro, fa’ ch’io non cerchi tanto
di essere consolato, quanto consolare;
di essere compreso, quanto comprendere;
di essere amato, quanto amare.
Poiché è dando, che si riceve;
dimenticando se stessi, che si trova;
perdonando, che si è perdonati;
morendo, che si resuscita a Vita Eterna.
(San Francesco)


AUTORE: Consiglio Diocesano di Azione Cattolica di Pisa, Giovanni Mascellani, Luisa Prodi
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi
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