1ª lettura Ap 7,2-4.9-14 * dal Salmo 23 * 2ª lettura 1Gv 3,1-3 * Vangelo Mt 5,1-12
Nei vari giorni dell’anno ricordiamo molti fratelli di cui abbiamo ammirato fede e amore, che hanno avuto approvazione da Dio stesso tramite segni e prodigi, che sono stati fari luminosi per tutto il popolo di Dio. Ma quanti altri sono stati meno appariscenti, e quindi il loro nome rimane sconosciuto, quanti hanno vissuto una vita piena dell’amore di Dio pur rimanendo nascosti nelle nostre case e nei nostri paesi! Oggi la nostra festa vuole essere un grazie a Dio per la loro vita. Ognuno di noi ha conosciuto qualcuno che è stato per lui un dono: forse un parente o amico, o un vicino di casa di cui solo noi abbiamo conosciuto aspetti della vita somigliante a quella del Figlio di Dio.
Diciamo il nostro grazie al Padre e gli offriamo il sacrificio di Gesù, autore e perfezionatore della fede di tutti i santi! La loro esperienza terrena ci aiuta a comprendere le parole del Signore e i suoi insegnamenti, e realizza la presenza del mistero della sua morte e risurrezione in tutti i luoghi e in tutti i tempi. Per questo è sempre utile per noi la conoscenza della vita di coloro che la Chiesa riconosce come santi e propone alla nostra venerazione. Dalla lettura della loro esperienza di fede e di amore ricaviamo luce e incoraggiamento a vivere come testimoni di Gesù. Dalla loro vita impariamo il santo vangelo, riceviamo coraggio a viverlo, e ci viene donata gioia serena al sapere che abbiamo dei fratelli di cui Dio può compiacersi.
Come faremmo a leggere le beatitudini se non ci fosse chi le ha vissute? Certamente quelle parole anzitutto le ha vissute Gesù stesso, ma anche tutti i suoi le hanno importate nella vita dell’uomo, e in quella del nostro popolo, e in quella del nostro tempo. “Beati i poveri in spirito, beati i miti, beati i puri di cuore, beati i misericordiosi…”!
Quanta gioia vede Gesù spargersi sul mondo grazie ai suoi discepoli!
Sono essi i poveri in spirito, perché non cercano le ricchezze terrene avendo il cuore già colmo di vita per la fede in lui.
Sono essi i puri di cuore, perché non hanno nessun altro desiderio e ambizione che continuare a seguire Gesù: essi hanno la certezza dell’amore del Padre come e più che se lo vedessero con i loro occhi.
Sono essi gli afflitti, sofferenti al vedere in che stato si trovano gli uomini, addolorati perché il loro Signore è rifiutato, ma consolati dalla sua presenza nei loro cuori.
Sono essi i misericordiosi, che portano nel loro cuore e nelle loro mani l’amore paterno e materno di Dio per tutti gli oppressi e i prigionieri del male: essi possono essere certi del perdono dei loro peccati.
Sono essi i perseguitati perché compiono la giusta volontà del Padre seguendo Gesù: nemmeno chi toglie loro la libertà e la vita può togliere dal loro cuore la gioia.
Sono essi gli operatori di pace, che portano amore dove c’è odio, portano perdono dove c’è offesa, portano la luce del loro Maestro dove ci sono solo tenebre: tutti li chiamano figli di Dio, ma soprattutto il Padre li tratta come suoi amati figlioli.
Sono essi i miti che non si impongono, sempre disponibili a dare aiuto senza farsi notare: ad essi non manca mai nulla, poiché possiedono la terra intera possedendo il cuore di Gesù stesso, mite e umile.
Essi sono una moltitudine immensa che sta in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello. La moltitudine dei credenti non è solo quella del passato, ma quella che oggi vive e soffre e gioisce lodando Dio per la salvezza operata da Gesù. Noi ci uniamo a tutti coloro che contemplano l’amore di Dio, gli sono riconoscenti e desiderano manifestarlo con la propria vita. In vista di questo dono e di questa fatica ci prepariamo purificando il nostro cuore con il sapone e l’acqua della Parola e dei Sacramenti della fede. Prendiamo coraggio dall’esempio e dalle lotte e dalle vittorie dei santi per rimanere uniti tra noi, obbedienti ai nostri pastori, fermi nell’ascolto della Parola, assidui alla frequenza ai santi Sacramenti: siamo malati bisognosi del Medico, siamo affamati cui è necessario ogni giorno il Pane, siamo assetati che muoiono se non hanno l’Acqua che disseta e dà vita.
O Padre, fa’ che raggiungiamo anche noi la pienezza del tuo amore, per passare da questa mensa eucaristica, che ci sostiene nel pellegrinaggio terreno, al festoso banchetto del cielo.