don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del 26 Ottobre 2020

L’amore di Dio è il principio attivo della medicina che guarisce il cuore dell’uomo

Lunedì della XXX settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

Quando siamo tristi tendiamo ad assumere una postura curva e lo sguardo rivolto verso la terra. La tristezza può diventare cronica al punto da essere una malattia che ci impedisce la libertà di azione e soprattutto toglie la possibilità di tenere la fronte alta, la capacità di guardare negli occhi le persone. Le spalle si piegano sotto il peso della prova e Satana è esperto nel caricare il nostro cuore dei macigni dei sensi di colpa. Quante volte quella donna sarà andata in sinagoga e avrà ascoltato la parola della Legge e dei profeti e i commenti dei rabbini e se ne sarà uscita ancora più depressa. Dio ha dato la legge non per imporci il giogo della schiavitù, ma per renderci liberi. Gesù infatti è venuto a liberarci dal peso del peccato che ci rende tristi. Egli è il padrone e noi il suo bue o il suo asino slegati dalla mangiatoia per andare ad abbeverarci alla sorgente della vita. 

La reazione sdegnata del capo della sinagoga fa riflettere sulla responsabilità che ciascuno ha nei confronti degli altri fratelli e sorelle. Forse anche noi, come quel tale, siamo più attaccati alle norme e alle cose piuttosto che avere cura dei più deboli; siamo più pignoli nel giudicare il comportamento degli altri piuttosto che essere attenti ai loro reali bisogni. Gesù ci ricorda che Dio cede, per così dire, il primato al povero bisognoso di salvezza. 

Anche quando siamo ricurvi su noi stessi e non vediamo altro che le nostre miserie Gesù ci nota e ci chiama vicino a sé non per rimproverarci ma per consolarci. Chiediamo al Signore la grazia di avere il suo stesso sguardo di compassione su noi e i nostri fratelli per essere persone libere che alla lamentela preferiscono la lode, che invece del rimprovero moralistico fanno largo uso dell’esortazione e dell’incoraggiamento, che aprono la bocca per sorridere e non per emettere sentenze cariche di disprezzo, che davanti al povero sanno perdere la rigidità dell’ipocrita e piegarsi verso di lui per rialzarsi insieme. 

Sì, abbiamo bisogno di uomini e di donne che siamo medici che curano l’anima ed esperti non solo nella diagnosi della malattia ma ricercatori di nuove e più efficaci forme di guarigione. Tuttavia, unico è il principio attivo dei medicinali che guariscono l’uomo, ed è l’amore!

Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!


Commento a cura di don Pasquale Giordano
FonteMater Ecclesiae Bernalda
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