Una domanda apparentemente innocua, facile da rispondere, per un ebreo di razza, diventa un tranello! Cosa conta per te Gesù di Nazareth? Dio? Te stesso e il tuo clan? Gli altri? Tante risposte possibili, sorge la paura di sbagliare… e invece no, la calma proverbiale di Gesù, che unisce due indicazioni importanti, già dette, ma tenute sempre separate: amare Dio e gli altri. Come? Dello stesso amore di cui tu ti senti amato da Lui.
Prima indicazione: amare Dio, cioè lasciarti amare da Lui, dare a Lui la possibilità di essere sé stesso, cioè Amore. Amare Dio è lasciarsi amare da Lui: nei nostri desideri, nei nostri limiti. E amare per Dio è realizzare sé stesso. Amarlo: dargli la possibilità di essere sé stesso. Non è un ordine, è una supplica, una preghiera, il grido di Dio all’uomo. Vivi nell’Amore, vivi in Dio.
Seconda indicazione: amerai gli altri, come tu stesso sei stato amato. L’altro non è lʼimmagine di un profilo, è una storia, un desiderio, tante paure, relazioni, un volto. Come te, anche attraverso te, ha vitale bisogno di essere amato. È fondamentale: l’altro non è lontano, è prossimo a te, girati a destra o a sinistra è proprio quello lì, anche se ora non la/lo puoi abbracciare, è tua sorella, tuo fratello.
Quando? “amerai”: incomincia ora, in un processo che piano piano potrà diventare gran parte della tua esistenza, il tuo avvenire. C’è altro di necessario per la vita? Niente! «Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti». Qui c’è tutto, l’essenziale, il colore della vita, la linfa, la sorgente.
Per favore… amerai!
Loris Piorar SJ
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato