Oggi si svela un mistero, troviamo risposta a una domanda cruciale per tutti coloro che credono in Gesù: cosa devo fare per essere suo discepolo? La risposta è chiara e presuppone un’immediatezza che può davvero metterci in crisi. Occorre essere pronti anche in quei momenti della nostra esistenza nei quali pensiamo sia difficile possa accadere qualcosa di significativo. Una fede viva infatti non conosce momenti di riposo.
Essere pronti significa consacrarsi al servizio degli altri in attesa del ritorno del padrone. Due preziose indicazioni ci spiegano come svolgere al meglio questa chiamata. L’immagine delle vesti strette ai fianchi evoca la fatica e la scomodità del servizio reso prezioso tuttavia proprio a motivo del sacrificio a esso connaturale. La lampada accesa ci affida un compito ancora più delicato: quello di essere luce per tutti coloro che ci troviamo accanto durante lo scorrere della notte.
La scelta di essere discepoli di Gesù non può dunque considerarsi facile ma quello che succede quando arriva il padrone è davvero straordinario. Si tratta di un padrone un po’ strano che non ha le chiavi di casa ma che bussa alle porte dei cuori e attende che qualcuno apra. I servi buoni credono sia giunto il momento di accudire con gioia il padrone tornato dalle nozze e invece ecco la meraviglia più grande: Lui li fa sedere a tavola e passa a servirli perché la festa di nozze è finalmente pronta per loro.
Fabrizio Barbieri
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato