«Essa cerca un segno».
Sempre lì a chiedere a Dio una prova della sua esistenza, a barattare la nostra fede in Lui in cambio di qualcosa di tangibile. «Ma non le sarà dato nessun segno fuorché il segno di Giona»: Giona trascorse tre giorni e tre notti nel ventre della balena. È chiaro il riferimento alla resurrezione.
La chiave sta proprio qui: Gesù è l’ultimo e unico segno inviato da Dio per insegnarci a essere noi stessi segni del suo amore. E se fossimo proprio noi quei segni che il mondo si aspetta? Se fossero le nostre azioni, il nostro stile di vita, il nostro amore a diventare un segno della presenza di Dio? Tutti possiamo essere un segno per gli altri e gli altri possono essere un segno per noi della presenza di Dio.
Impariamo da Cristo e dalla sua Parola come essere lievito per far crescere in noi e negli altri la consapevolezza di essere figli amati e mai abbandonati. Il segno più bello di cui ognuno di noi ha bisogno è sempre l’amore.
Buon cammino, insieme.
Fonte: don Ivan Licinio sul suo blog