Pregare con le stesse parole e gli stessi gesti
Come abbiamo ricordato domenica scorsa la celebrazione eucaristica è una preghiera liturgica e come tale ha una dimensione ecclesiale (è sempre preghiera “della Chiesa” e “per la Chiesa”), trinitaria (come membra del corpo di Cristo preghiamo con Lui, nostro capo, il Padre nella grazia dello Spirito Santo), memoriale (ci permette di rivivere qui e adesso il mistero pasquale di Gesù) rituale (si compie attraverso gesti, segni, parole, colori…).
Per sottolineare queste caratteristiche e viverle in maniera appropriata è fondamentale che tale preghiera avvenga secondo quanto indicato nel libro liturgico ed è per questo che ci prepariamo ad accogliere e conoscere questa nuova traduzione italiana del Messale che sarà adottata in tutte le chiese della Toscana a partire dalla prima domenica di Avvento.
Proprio perché la Messa è una celebrazione liturgica, per valorizzare la sua dimensione ecclesiale e rituale è molto importante pregare insieme con le stesse parole e gli stessi gesti.
Ad iniziare dal canto, la celebrazione ci richiede coinvolgimento e partecipazione: è importante che ognuno canti e si sforzi di recitare insieme agli altri i testi di preghiera, le risposte e le acclamazioni.
Talvolta si pensa che può andar bene anche cantare o recitare interiormente le preghiere, come il Gloria, il Credo o il Padre nostro, quasi per sottolineare una dimensione interiore con il Signore; ma se questo può essere giusto per la preghiera personale, non lo è per la preghiera liturgica che ci chiede per la sua stessa natura ecclesiale e comunitaria di pregare insieme.
E’ importante assumere anche gli stessi gesti: non è un caso che insieme ci alziamo in piedi, ci mettiamo a sedere o ci mettiamo in ginocchio, proprio per esprimere l’unità della preghiera ecclesiale.
Fonte: Ufficio Liturgico – Arcidiocesi di Firenze
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