don Roberto Seregni – Commento al Vangelo del 11 Ottobre 2020

Con l’abito nuziale

Eccoci alle prese con l’ultima parabola di un trittico che Matteo ha collocato pochi versetti dopo l’entrata trionfale di Gesù in Gerusalemme. Il tema è lo stesso che abbiamo visto le ultime due domeniche: l’accoglienza o il rifiuto di Gesù. Ma questa parabola è ricca di particolari e di colpi di scena che ci aiutano ad approfondire il tema.
Al centro del racconto c’è il re. L’occasione del banchetto è il matrimonio del figlio, ma di lui non si dice nulla. Solo il re parla, ordina e giudica.

Il primo colpo di scena che sorprende il lettore è, senza dubbio, il rifiuto degli invitati alle nozze: alcuni vanno nel campo, altri a badare ai propri affari e qualcuno, inspiegabilmente, se la prende con i servi, li bastona e li uccide. In questa prima parte della parabola ritroviamo il tema del rifiuto e della violenza. Ed è interessante sottolineare la reazione del re: prima fa piazza pulita di tutti quelli che hanno rifiutato l’invito e poi manda i servi a chiamare tutti quelli che incontrano per strada. Buoni o cattivi, belli o brutti, non fa problema. E la festa, finalmente, ha inizio.

Fino a qui tutto sembra chiaro: gli invitati rifiutano e i raccattati accettano, ma proprio a questo punto troviamo il secondo colpo di scena: il re passa tra gli invitati, ne trova uno senza abito nuziale, lo fa legare e, dopo averlo rimproverato, lo fa buttare fuori dalla festa. La reazione del sovrano è senza dubbio sorprendente. Penso che proprio questo sia il centro della parabola: nessuno ha il posto garantito. Il fatto di aver accettato un invito non ti mette al sicuro, devi vestire l’abito della festa, devi rivestirti di Cristo.

E mentre stendo queste note, non riesco a non pensare allo sguardo di Diego. Ha passato metá della sua vita su una sedia a rotelle per una malattia rarissima che si sta mangiando i suoi muscoli. Tra pochi giorni compirà 15 anni. Ieri sono stato a visitarlo, abbiamo chiacchierato per una mezz’ora: delle sue medicine, della corona di spine di Gesú, della prossima partita della nazionale peruana e del suo desiderio di vivere. Penso a lui, alla sua veste bianchissima, alla immensa e silenziosa schiera di profeti invisibili che fecondano di bellezza il cammino della chiesa nel mondo. Penso a tutti i piccoli e poveri che mi hanno evangelizzato e mi hanno insegnato la freschezza disarmante della fede, la tenacia irresistibile della speranza e la spumeggiante fantasia della caritá.

Un abbraccio
Uniti nella preghiera
Don Roberto

Se vuoi leggere qualcosa per nutrire lo spirito, mi permetto di consigliarti il mio libro: “A mani vuote, l’alfabeto della preghiera”, edito con Ancora. È un libro piccino, da leggere e da sperimentare. È disponibile anche in formato e-book.


Don Roberto (prete missionario della Diocesi di Como) – Sito Web

Fonte: il canale Telegram “Sulla Tua Parola“.

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