Giovani di Parola – Commento al Vangelo del 5 Ottobre 2020

La parabola che oggi Gesù racconta parla del saper riconoscere la propria fragilità in quella dell’altro, il Samaritano non si ferma perché è un uomo di fede, ma perché riconosce che al posto di quella persona poteva esserci lui.

Il vangelo c’invita a guardare  le cose a partire da questa fragilità condivisa. Quell’uomo mezzo morto sulla strada posso essere io, anzi sono io quando le situazioni della vita mi assalgono e mi portano via la felicità, il mio tutto. Ecco perché è importante riconoscersi nelle ferite dell’altro perché possono e sono anche le mie ferite, e queste ferite le accumuliamo a causa di tutte le volte che non ci siamo sentiti amati.

Gesù oggi m’invita a trasformare quelle ferite in opportunità per farmi vicino a chi ancora ne sente il dolore, chi ancora non è riuscito a cicatrizzare queste ferite; si diventa adulti solo quando si è capaci di prendersi cura delle ferite di qualcun altro. Il mondo di oggi tende a farci credere forti, invincibile, ma la verità è che siamo forti si, ma anche terribilmente fragili.

Sono consapevole della mia fragilità? Cosa mi ferma davanti alle ferite dell’altro?


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