I contadini che hanno preso in affitto la vigna del Signore hanno una responsabilità verso il Signore, che si presenta a loro per mezzo dei suoi servi. Ed essi invece, oltre a non coltivarla, li uccidono, e poi uccidono altri servi, e infine uccidono persino suo figlio, con la speranza di diventare loro eredi di quella vigna, di prendere il posto del figlio, e del creatore della vigna. Ma è illusorio pensare di rubare il posto di Dio, e il perché lo sappiamo anche noi.
Gesù lascia rispondere gli interlocutori, perché possano trarre le conseguenze di tutto ciò. L’ingratitudine, quando diventa crudeltà , ti annienta. La parabola si riferiva ai sacerdoti che hanno perseguitato tutti i profeti, sino a Gesù, rendendo sterile la vigna, il Popolo che Dio aveva loro affidato. Israele avrà una nuova guida, proprio a partire dai perseguitati, dalle vittime, da chi rifiutiamo: il figlio scartato (Gesù, come il re Davide) che diventa la pietra d’angolo, la chiave di volta.
Oggi penso anche al creato, agli ecosistemi, agli esseri viventi anche i più piccoli e apparentemente insignificanti. Ne siamo i custodi. Perché questa irriconoscenza verso i doni della natura? Perché questa indifferenza verso il creatore che ci offre ogni sostentamento? Perché questa violenza, questa crudeltà ? Quali pensate che siano le conseguenze di tutto ciò?
A cura di Piotr Zygulski, canale telegram t.me/buttadentro
Commento a cura di:
Piotr Zygulski, nato a Genova nel 1993, dopo gli studi in Economia all’Università di Genova ha ottenuto la Laurea Magistrale in Filosofia ed Etica delle Relazioni all’Università di Perugia e in Ontologia Trinitaria all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (FI), dove attualmente è dottorando in studi teologici interreligiosi. Dirige la rivista di dibattito ecclesiale “Nipoti di Maritain” (sito).
Tra le pubblicazioni: Il Battesimo di Gesù. Un’immersione nella storicità dei Vangeli, Postfazione di Gérard Rossé, EDB 2019.