In una famiglia, il più piccolo è solitamente il più coccolato. Vista da quest’ottica, la piccolezza diventa una scelta molto positiva e attraente. Non si tratta di opportunismo.
Si tratta invece di capire che i valori del vangelo acquisiscono la loro importanza dalla relazione che si ha con Cristo. Mi spiego: essere piccolo giusto per essere piccolo non ha posto nella logica umana.
Mentre essere piccolo perché si è così più prossimi a Cristo, anzi, si è anche più simili a Cristo che si è fatto tanto piccolo per noi, è la cosa più sensata che si possa fare. Il vangelo va letto sempre alla luce di Cristo, alla luce della relazione con lui.
Lì, le follie da esso proposte diventano la cosa più saggia, la scelta stessa della Sapienza incarnata di Dio.
Fonte: il sito di Robert Cheaib oppure il suo canale Telegram
Docente di Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana e l’Università Cattolica del Sacro Cuore.