“ Tutti erano ammirati per le cose che faceva “
Quando ci troviamo dinanzi ad una persona che incarna veramente il Vangelo, che lo vive ogni giorno con parole ed azioni, tutti ne “ restiamo ammirati “.
La storia insegna però che chi vive in questo modo è “ pericoloso per il sistema “ perché scuote le coscienze, dimostra che può esserci un altro modo di condurre la propria esistenza, che la violenza e la sopraffazione non sono, necessariamente, gli elementi con i quali far prevalere se stessi e le proprie idee.
E’ lo stesso uomo che incarna i “ principi evangelici “ che è conscio del “ pericolo “ che corre vivendo in quel modo, in quanto è Gesu’ che gli ha annunciato quello che gli accadrà ( “ Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno “. Lc 9, 22 ) ma, cio’ nonostante, vuole vivere cosi’ perché sa che la sequela del Vangelo è l’unico modo di condurre una “ esistenza piena “.
Mi vengono in mente, leggendo questa pagina, i tanti “ martiri “ della fede, tra i quali mi piace ricordare le due splendide figure sacerdotali di Don Peppino Diana e di Don Giuseppe Puglisi, entrambi uccisi da gruppi criminali perché testimoni credibili, e, per tale motivo, pericolosi, della possibilità di impostare la propria vita sul Vangelo e sul rifiuto delle “ logiche della violenza e della sottomissione “.
Sta anche a noi, nei contesti che frequentiamo, essere testimoni credibili del Vangelo, consci che saremo rifiutati e derisi ma che, allo stesso tempo, stiamo spendendo bene l’unica vita che abbiamo.
Buona giornata e buona riflessione a tutti.
A cura di Fabrizio Morello