L’incontro di Gesù con Matteo, i pubblicani e i peccatori porta subito i farisei a scandalizzarsi e a mormorare ai suoi discepoli la loro contrarietà. Nel Vangelo i farisei fanno spesso la parte dei “cattivi”: sempre contro quello che fa o dice Gesù, sempre giudicanti… chi non ha almeno una volta pensato: «che insensibili e bigotti!».
E duemila anni dopo? Siamo sicuri che le cose siano cambiate?
Succede per esempio che un mese fa, papa Francesco ha scritto su Twitter: «Dio non ti ama perché ti comporti bene; ti ama e basta. Il suo amore è incondizionato, non dipende da te» e in risposta al tweet sono spuntati tanti commenti di gente perplessa o scandalizzata come questo: «Scusi ma allora se faccio del bene o del male è la stessa cosa? Che incentivo ho a fare del bene?»
Di esempi simili se ne trovano in realtà tanti: dovunque oggi in tv o nelle bacheche di Facebook spuntano commenti di persone che da una parte citano il Vangelo, Gesù e i comandamenti e dall’altra sono in prima fila a giudicare, esplodere la propria rabbia e il proprio odio verso questo o quell’altro, questa o quell’altra situazione.
Quante volte viviamo la fede proprio nel modo opposto a quello che Gesù ci dice, quanto è difficile uscire da quella logica di amore come premio che riceviamo solo se facciamo il bene e ci viene tolto se facciamo il male.
Gesù ce lo mostra chiaramente: l’amore del Signore non lo meritiamo – e non dobbiamo meritarlo: è un dono gratuito che non ci verrà mai tolto ed è un dono per tutti! Solo accettando tale amore incondizionato potremo andare oltre il modo di vivere la fede dei farisei.
Marco Sturniolo
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato