Li servivano con i loro beni
VENERDÌ 18 SETTEMBRE (Lc 8,1-3)
Il servizio al Vangelo, per chi dedica tutta la sua vita ad esso, va pensato come vero contratto di lavoro. Noi lavoriamo per il Padre, Il Padre provvede per noi. San Paolo, per ragioni di credibilità e di libertà, rinuncia al diritto di essere aiutato dalla comunità: “E chi mai presta servizio militare a proprie spese? Chi pianta una vigna senza mangiarne il frutto? Chi fa pascolare un gregge senza cibarsi del latte del gregge? Se noi abbiamo seminato in voi beni spirituali, è forse gran cosa se raccoglieremo beni materiali? Se altri hanno tale diritto su di voi, noi non l’abbiamo di più? Noi però non abbiamo voluto servirci di questo diritto, ma tutto sopportiamo per non mettere ostacoli al vangelo di Cristo. Non sapete che quelli che celebrano il culto, dal culto traggono il vitto, e quelli che servono all’altare, dall’altare ricevono la loro parte? Così anche il Signore ha disposto che quelli che annunciano il Vangelo vivano del Vangelo. Io invece non mi sono avvalso di alcuno di questi diritti, né ve ne scrivo perché si faccia in tal modo con me; preferirei piuttosto morire. Nessuno mi toglierà questo vanto! Infatti annunciare il Vangelo non è per me un vanto, perché è una necessità che mi si impone: guai a me se non annuncio il Vangelo! Se lo faccio di mia iniziativa, ho diritto alla ricompensa; ma se non lo faccio di mia iniziativa, è un incarico che mi è stato affidato. Qual è dunque la mia ricompensa? Quella di annunciare gratuitamente il Vangelo senza usare il diritto conferitomi dal Vangelo” (1Cor 9,7-18). Quando la sua credibilità non è esposta ad alcun rischio o pericolo, Paolo si lascia anche aiutare.
Tutto è subordinato al Vangelo: “Ho provato grande gioia nel Signore perché finalmente avete fatto rifiorire la vostra premura nei miei riguardi: l’avevate anche prima, ma non ne avete avuto l’occasione. Non dico questo per bisogno, perché ho imparato a bastare a me stesso in ogni occasione. So vivere nella povertà come so vivere nell’abbondanza; sono allenato a tutto e per tutto, alla sazietà e alla fame, all’abbondanza e all’indigenza. Tutto posso in colui che mi dà la forza. Avete fatto bene tuttavia a prendere parte alle mie tribolazioni. Lo sapete anche voi, Filippesi, che all’inizio della predicazione del Vangelo, quando partii dalla Macedonia, nessuna Chiesa mi aprì un conto di dare e avere, se non voi soli; e anche a Tessalònica mi avete inviato per due volte il necessario. Non è però il vostro dono che io cerco, ma il frutto che va in abbondanza sul vostro conto. Ho il necessario e anche il superfluo; sono ricolmo dei vostri doni ricevuti da Epafrodìto, che sono un piacevole profumo, un sacrificio gradito, che piace a Dio. Il mio Dio, a sua volta, colmerà ogni vostro bisogno secondo la sua ricchezza con magnificenza, in Cristo Gesù. Al Dio e Padre nostro sia gloria nei secoli dei secoli. Amen (Fil 4,10-20). La regola di Paolo è immortale. Mai il Vangelo deve essere esposto a non credibilità dal comportamento dei missionari.
In quel tempo, Gesù se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio. C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni.
Gesù manda i suoi Apostoli nel mondo con questa regola di vita: “Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento” (Mt 10,9-10). Per il loro sostentamento provvederà il Padre loro che è nei cieli. Quando e per chi il Padre provvede? Perché lavora a giornata per Lui. Il Padre provvede per Gesù perché Lui va di città in città e di villaggio in villaggio a predicare e ad annunciare la buona notizia del regno di Dio. Se il missionario di Gesù, il suo Apostolo, si dedica alle proprie cose o a cose della terra, anziché occuparsi del Vangelo da annunziare ad ogni popolo, il Padre non provvederà. Non è a suo servizio. È regole evangelica immutabile nei secoli. Il Padre provvede sulla terra e ricompensa con gloria eterna solo coloro che lavorano per Lui e facendo ogni cosa secondo la sua volontà, in obbedienza al Lui. Se il missionario e il discepolo agiscono dal loro cuore, è il loro cuore che dovrà ricompensarli.
Madre di Dio, Angeli Santi, fate che tutto in noi sia dalla volontà del Padre nostro.
Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.