Leggendo la prima parte di questo brano sembra che Gesù sia stato invitato a una cena perfetta da una persona perfetta. Non manca nulla: c’è una tavola imbandita e dei posti a cui sedersi.
Questa quiete però viene interrotta da una figura che irrompe e fa emergere tutte le crepe di quella apparente perfezione a cui il fariseo aspirava: una donna che sicuramente fa dei gesti eclatanti, quasi teatrali. E’ proprio grazie e a questa donna, però, che Gesù riesce a far cambiare la nostra prospettiva in merito a ciò che consideriamo buono, giusto o ingannevole e peccaminoso.
Gesù oggi ci insegna che non è tanto importante quantificare i nostri peccati, creare una lista e, se è corta, considerarci salvi, poiché peccare non significa soltanto fare del male, ma sfuggire a tutte le occasione di amore che ci si presentano. Che senso ha dire: “io non faccio del male a nessuno” se poi fuggo quando mi viene chiesto aiuto, critico, punto il dito verso l’altro a ogni occasione.
Signore facci capaci di cogliere quegli avvenimenti nella nostra vita in cui nella nostra perfezione irrompe qualcosa o qualcuno che ci fa cambiare rotta e ci rende consapevoli delle nostre mancanze.
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