<<Molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi>> (Mt 19,30).
La parabola dimostra tale principio: il racconto infatti propone un capovolgimento della situazione e il punto di svolta narrativo si ha nella fase del pagamento, che avviene per ordine del padrone <<incominciando dagli ultimi fino ai primi» (Mt 20,8). Secondo il metodo abituale di Matteo il racconto parabolico si avvicina molto ad una allegoria, in cui viene narrata una vicenda simile e parallela alla realtà: i discepoli che hanno seguito Gesù, lasciando tutto, quale ricompensa avranno?
L’insegnamento della parabola dunque riguarda “la paga” dei discepoli, esplicitata in precedenza come la vita eterna, e le varie ore della giornata possono alludere a diverse fasi della storia di salvezza: i primi sono gli israeliti fedeli e per contrasto gli ultimi possono essere gli altri popoli, chiamati alla fine e fatti entrare nella stessa alleanza.
Ad una visione ottusa della religione l’apertura missionaria della comunità cristiana diede molto fastidio: e poi la paga è la stessa? Se comprendiamo che la ricompensa è la comunione di vita con il Signore, non ce n’è un’altra. Ma è una fortuna aver iniziato prima: non è fatica e peso, ma gioia dell’ amicizia e della collaborazione. L’occhio buono di Gesù rivela un altro stile religioso, basato sulla relazione personale e sul legame d’affetto che non ragiona in termini di dare e avere, ma come relazione d’affetto gratuito e personale.
AUTORE: don Claudio Doglio
FONTE: Messalino “Amen” e Canale YouTube Teleradiopace TV
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