Essere cristiani autentici (non “buoni” né tantomeno infallibili) è difficile, perché presuppone l’anteporre la logica dell’Amore, che è la logica di Dio, alla nostra, cioè a quella del contraccambio, dell’utile.
Sicuramente tanti seguono alla lettera tutti i comandamenti, pregano ogni giorno, si spendono anima e corpo nella propria comunità, ma poi tutti facciamo i conti con ciò che comporta veramente seguire Gesù e che lo stesso Signore dice nel Vangelo di oggi:”A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica.
Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro.”. Se io venissi giudicato oggi, sarei bocciato in pieno. Mi rendo conto che sono in linea con tanti principi cristiani, ma cado spesso in ciò che conta di più: amare, soprattutto chi non mi ama. Anzi, guai a chi cerca di scavalcarmi. Sono anche consapevole, però, che il Signore veda sempre la mia debolezza e che solo la Sua Grazia può guarirmi, rendendomi capace di amare come ama Lui.
Questa pagina di Vangelo scandalizza, eppure non serve scomodarla. Basta guardare al Crocifisso e ricordarsi che Gesù perdonò i Suoi uccisori mentre moriva in Croce. Lo fa anche oggi con ciascuno di noi, quando offendiamo Lui e noi stessi, tante volte per un nulla. Il Signore ci renda capaci di questo Amore, ci riempia il grembo di quella misura “buona, pigiata, colma e traboccante” per essere sempre portatori di vita anche dove sembra trionfare la morte.
AUTORE: Fabrizio Francesco Campus
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