Commento al Vangelo del 9 Settembre 2020 a cura dei Monaci Benedettini –
XXIII Settimana del Tempo Ordinario – Anno II
- Periodo: Mercoledì
- Il Santo di oggi: S. Quinto; S. Bertino; S. Teresa di Calcutta
- Ritornello al Salmo Responsoriale: Ascolta, figlia, guarda, porgi l’orecchio
- Letture del giorno: 1 Cor 7, 25-31; Sal 44; Lc 6, 20-26
- Calendario Liturgico di Settembre
Commento al Vangelo a cura dei
Monaci Benedettini
Le Beatitudini.
Come è diverso lo sguardo del Signore dal nostro! Come sono diverse le sue valutazioni dalle nostre! Ci sorprende e ci sconvolge. Egli oggi posa i suoi occhi sui discepoli, li posa su ciascuno di noi con il preciso intento di indicarci su quali valori dobbiamo posare i motivi di gaudio e di beatitudine. A noi anelanti alle ricchezze e ai beni del mondo dice: «Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio». Egli, nella sua divina bontà, vuole dilatare gli spazi del nostro spirito per farci comprendere che i beni del Regno non sono minimamente paragonabili a quelli della terra. Vuole convincerci che il futuro che è stato riservato dal buon Dio, sazierà completamente ogni nostro desiderio nella pienezza della vera gioia senza fine.
Gesù proclama beati anche coloro che sono nell’afflizione e nel dolore, affermando semplicemente che il nostro pianto si cambierà in gioia. Rimane per noi l’assurdo e il mistero del dolore e dell’umana sofferenza fin quando non avremo il coraggio e la fortuna di salire fino al Calvario e lì rimirare con tutta la nostra fede il crocifisso, armandoci di santa pazienza, per attendere fino al terzo giorno, fino al mattino della nostra pasqua: «Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli».
La beatitudine del dolore raggiunge poi la sua concretezza storica nelle violenze e nelle persecuzioni, negli insulti e nell’odio, in tutte le «passioni» che i seguaci di Cristo subiranno nel corso dei secoli: è la beatitudine dei martiri, è l’eroismo della fede, è la perfetta assimilazione a Cristo crocifisso. I «guai» che seguono vogliono ancora smentire le nostre umane tendenze e metterci in guardia dalle inevitabili tentazioni. Vogliono soprattutto farci evitare il facile errore di sopravvalutare le nostre «cose», inevitabilmente fragili e legati solo al tempo. La nostra meta è il cielo e l’eternità.
AUTORE: Monaci Benedettini
FONTE: https://liturgia.silvestrini.org
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