Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 5 Settembre 2020

Il sabato è il più grande dono che il popolo di Israele ha donato all’umanità. Grande dono, perché ci ricorda che siamo fatti per la festa, che siamo fatti per il riposo.

I romani accusavano i giudei di essere pigri, perché si riposavano al sabato. Buffo: loro, i romani, riposavano sempre, e facevano lavorare gli schiavi al loro posto. Se il mondo occidentale perde il dono del sabato, del riposo, immolandolo all’altare del profitto, finirà col morirne. Ma anche il sabato, avverte Gesù, è donato per un altrove, per andare oltre. Il riposo è per l’uomo, il sabato per la sua dignità.

E contesta aspramente, il Signore, coloro che accusano i suoi discepoli di contravvenire alle minuziose prescrizione delle legge orale che sancivano il numero dei passi da fare il giorno di shabbat! No, non è un fanatico il Signore, e nemmeno un anarchico: sa bene che anche le più grandi intuizioni devono assumere una forma, una misura, una concretezza. Ma la forma e la concretezza non sostituiscono l’intuizione… E Gesù dimostra anche di conoscere molto bene la Scrittura, che cita a proposito, per smentire i suoi accusatori.

Gesù prende le difese dei discepoli, che bello!

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