Gesù frequenta la sinagoga. Non la snobba, non si sente migliore. Partecipa alla messa domenicale un po’ noiosa e frequentata, ormai, solo da persone anziane. Non si ritaglia una fede a sua misura (potrebbe farlo!), vive la quotidianità in sana obbedienza. Sale a leggere la Parola.
Due dettagli riportati da Luca ci incuriosiscono: è lui ad aprire il rotolo del profeta Isaia. Di solito era l’inserviente a farlo. Il messaggio è chiaro: solo in Gesù possiamo aprirci all’intelligenza delle Scritture, capire come l’Antico testamento fosse una preparazione alla venuta del Messia. Alla fine della lettura chiude il rotolo e si siede. Chiude il rotolo: ormai l’attesa del Messia si è conclusa. E si siede, come fanno i rabbini prima di insegnare.
Non era difficile fare un commento: bastava mandare a memoria una delle interpretazioni fatte da qualche autorevole studioso e che circolavano negli ambienti delle sinagoghe. Ma Gesù non fa commenti altrui. Proclama: quanto annunciato dal profeta Isaia si realizza qui, ora. Oggi si compie la salvezza, la liberazione, la consolazione.
Oggi è il tempo di Dio. Oggi il Signore è qui.
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