Don Antonio Mancuso – Commento al Vangelo del 25 Agosto 2020

Le parole dure, anzi durissime, che Gesù rivolge agli scribi e farisei sono oggi rivolte a noi…
La durezza sta nel fatto che gli scribi e i farisei, come purtroppo tanti di noi cristiani oggi, avevano un modo di vivere la fede schizofrenico… a macchi di leopardo… molto coerente e preciso in alcuni ambiti… completamente superficiale e assente in altri ambiti.

La carità, quando è manifesta… eclatante… ostentata… è assolutamente nulla ai fini del proprio cammino di fede… della propria salvezza… e, spesso, rischia di diventare l’unico elemento della nostra fede…

Faccio la carità… sono generoso… aiuto i bisognosi… ma poi non sono altrettanto generoso nelle relazioni… sono parziale… ingiusto… di parte… rispondo al male col male… manifesto rabbia… ho difficoltà ad accogliere… curo solo i miei interessi… non sono fedele nelle relazioni con amici… parenti… ma siccome sono generoso… penso ai bisognosi… allora ho la coscienza a posto… pulita!

La vita di fede è prima di tutto relazione… un credente… un cristiano… un discepolo di Gesù è un uomo di relazione… uno accanto al quale si sta bene… accogliente… piacevole… che pensa bene… disposto a mettersi in discussione… che sa andare oltre al male ricevuto… che è capace di dire la verità con carità… insomma, uno che manifesta la sua fede nelle relazioni e che fa la carità proprio perché si sa relazionare con i bisognosi e non semplicemente li aiuta… ma gli parla… li conosce… li chiama per nome… li frequenta…

… se non c’è tutto questo… la fede è solo apparenza…

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AUTORE: Don Antonio Mancuso
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